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Tra un anno una legge organica sul diritto d’asilo?

by Redazione

Entro un anno l’Italia potrebbe avere la tanto auspicata normativa organica sul diritto d’asilo. È quanto recentemente dichiarato dal Ministro Amato.
A breve, infatti, il Governo potrebbe predisporre un “pacchetto” di norme sul tema grazie all’attuazione di due direttive comunitarie e di un disegno di legge ad hoc.

Nello specifico l’Esecutivo, entro un anno, dovrebbe assolvere agli obblighi comunitari, recependo due direttive europee: una riguardate le norme minime sull’attribuzione della qualifica di rifugiato e sulla protezione sussidiaria (2004/83/CE), l’altra  sulle norme minime per le procedure applicate ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato (2005/85/CE), per le quali esiste già una delega da parte del Parlamento; quadro che dovrebbe essere completato da un disegno di legge concernente le materie non contemplate dalla normativa comunitaria in via di adozione.
L’insieme di questo “pacchetto” dovrebbe equivalere ad una legge organica sul diritto d’asilo, di cui l’Italia è priva – unico tra i Paesi dell’Unione Europea – al fine di garantire degli strumenti di tutela effettiva e di protezione dei rifugiati e dei richiedenti asilo.

In effetti occorre dare al più presto attuazione al dettato costituzionale sul diritto di asilo (art. 10 Cost.); sono impellenti delle norme che disciplinino compiutamente le procedure e definiscano il contenuto del riconoscimento della protezione internazionale, distinguendo nettamente tra rifugiati e richiedenti asilo e chi emigra per motivi economici, ma, comunque, operando in una strategia più complessiva di governo dei flussi migratori e di promozione dei diritti, dello sviluppo economico e civile dei paesi di origine.

Impegno questo da assumere e compiere nel più ampio contesto europeo e in armonia con esso. Riaffermare la centralità di una funzione di indirizzo comunitario sulla materia e, in genere, sugli spostamenti umani sembra sia indispensabile per fronteggiare e governare efficacemente fenomeni ormai strutturali alle nostre società e che, come tali, non possono trovare “soluzioni” adeguate in una dimensione esclusivamente nazionale.

Si tratterà, quindi, per la nuova disciplina del diritto d’asilo, di operare un lavoro di coordinamento fra le nuove norme europee e quelle già in vigore nel nostro ordinamento (come la direttiva 2003/9/CE, riguardante le norme minime di accoglienza dei richiedenti asilo, già recepita con il Decreto legislativo n. 140 del 30 maggio 2005) colmando eventuali lacune, ciò nella direzione di una legge organica sull’argomento affinché sia data dignità primaria alla concreta fruibilità del diritto stesso.

Maria Carla Intrivici

(6 marzo 2007)


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