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Francesca, una di noi

by Redazione

Francesca Danese è assessore alle Politiche sociali del Comune di Roma. Non è una donna politica, è piuttosto una che, come tanti di noi, sente prepotente nel proprio cuore un’ansia e una povertà. L’ansia di risarcire tanta gente che proprio non ce la fa, per la fortuna casuale che lei, come tanti di noi, ha di non dover crepare ogni giorno per sopravvivere. Sente di dover restituire un po’ di ciò che ha avuto dalla vita, non predicando ma praticando la giustizia e la solidarietà. La povertà che sente è, anche questa come noi, di un senso che arricchisca il suo percorso su questa terra.

Da oggi è sotto scorta perché, come sappiamo, i servizi sociali a Roma sono stati e in parte sono saldamente in mano alla parte più demente e violenta di ciò che fu la banda della Magliana.

Per un verso avrei voglia di pensare che se lo Stato ha i soldi per mettere sotto scorta una così, che ha solo l’arma delle sue idee e del suo senso del prossimo, allora vuol dire che dalla crisi stiamo uscendo; per altro verso invece penso che se sotto scorta finiscono i cristiani disarmati, come fossimo in un qualsiasi deserto siriano, allora il nostro sistema ha davvero le ore contate.

Io spero che Francesca possa continuare il proprio delicato lavoro con un filo di serenità e poi spero anche che torni presto tra noi, a occuparsi di servizio alla speranza, come ha sempre fatto. Certo, lo fa anche lì dove è ora ma ci piacerà, prima o poi, riaverla a casa. Ma soprattutto spero che possa contare sulla vicinanza di tutti noi, di noi che siamo come lei dei pirla che ci credono.

Perché sia chiaro che mettendo sotto scorta lei hanno messo sotto scorta noi e se hanno messo sotto scorta noi che consideriamo anche un apriscatole un’arma impropria, quale sarà il prossimo passo contro di noi: il taglio della lingua? La tortura? I campi di rieducazione?

Fabrizio Molina


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