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Bruxelles: il futuro dell’Europa

by Redazione

Oggi pomeriggio, a Bruxelles, si apre il summit europeo in cui si dibatterà dello spinoso tema della Costituzione-Trattato Ue.

Dopo il successo di lunedì scorso con l’impegno formale da parte del Consiglio dei Ministri degli Esteri Ue di presentare una proposta di moratoria internazionale sulla pena di morte all’inizio della prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite, a settembre, i Paesi membri si riuniscono per affrontare il problema delle riforme istituzionali.

Al centro del dibattito vi è la bozza con le modifiche presentata della presidente di turno Merkel. Se il documento verrà accettato, il volto dell’Europa cambierà. Avrà personalità giuridica e potrà sottoscrivere accordi internazionali, si doterà di un presidente stabile e di un responsabile della politica estera comune; il voto a maggioranza, in luogo dell’unanimità, sarà adottato in considerevoli  e rilevanti settori, quali giustizia e immigrazione.
La proposta di riforma della Germania farebbe venir meno il progetto di una Costituzione, ma l’Unione compirebbe indubbiamente passi in avanti nel processo di integrazione.

Il futuro di una Comunità europea con tratti istituzionali nuovi e ben definiti, però, non sembra avere vita facile: molte sono le perplessità e chiara è l’opposizione di alcuni Paesi, come Gran Bretagna e Polonia. Stati che non accettano gran parte delle modifiche proposte e minacciano di porre il veto, atteggiamento che fa presagire un ulteriore rallentamento del processo di integrazione o, addirittura, la fine di esso con l’uscita dei Paesi “dissidenti”.

La necessità di far progredire l’integrazione europea, dotando l’Unione di strumenti istituzionali efficienti e appropriati ai suoi fini e alle sue dimensioni è fondamentale per superare i rallentamenti e dare al vecchio continente più incisività istituzionale e una maggiore spinta verso la crescita. Ciò è indubbio.

Ma ciò che ci si chiede è se, al di là della palese riluttanza e ostilità di alcuni Stati membri euroscettici, ci sia un effettivo e concreto impegno in tal senso da parte degli altri Paesi dell’Ue, i quali, andando oltre le dichiarazioni di intenti a sostegno del progetto europeo, proprio in questi giorni dovranno far seguire ai “buoni propositi” i “fatti”.
Il vertice in corso lo dimostrerà.

Maria Carla Intrivici

(21 giugno 2007)


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