Che birbone il cavaliere!

L’abbiamo detto mille volte, essere antiberlusconiani non basta, bisogna specificare anche se si è pirla o no.
A spanne si può affermare che i secondi sono in minoranza. Infatti ci vuole un po’ di cervello e spirito sportivo per ammettere che il cavaliere, in tre quarti almeno delle cose di cui si è occupato nella vita, è arrivato quindici o vent’anni prima dei suoi concorrenti. Se ce lo dobbiamo ancora sciroppare è perché gli antiberlusconiani pirla lo negano.
Ciaonè 22 novembre 2006

L’abbiamo detto mille volte, essere antiberlusconiani non basta, bisogna specificare anche se si è pirla o no.
A spanne si può affermare che i secondi sono in minoranza. Infatti ci vuole un po’ di cervello e spirito sportivo per ammettere che il cavaliere, in tre quarti almeno delle cose di cui si è occupato nella vita, è arrivato quindici o vent’anni prima dei suoi concorrenti. Se ce lo dobbiamo ancora sciroppare è perché gli antiberlusconiani pirla lo negano.
Da palazzinaro si inventò Milano 2, che era una suburra di sterpi. Lo compiangevano. Ci ha fatto gli stramiliardi. Mollò quasi del tutto il mattone e si mise con la 24 ore a girare la Lombardia a comprare squallide televisioni condominiali. Lo sfottevano. Non la gente, gli industriali. Quelli che la sanno lunga. Poi comprò Peruzzo, Mondadori, lo trattavano da minorato. Che volpi, verrebbe da dire!
Morto Craxi, gli serviva un nuovo riferimento politico, non gli andava di occuparsene. Chiamò Segni, non è difficile credere che non ne rimase impressionato. Provò con Martinazzoli, si addormentò dopo la prima portata. Occhetto preparava la gioiosa macchina da guerra e puntava il cannone contro i popolari. Si può essere più belìn?
Ha spadroneggiato per dodici anni e ora muove il passo d’addio, il migliore, il più riuscito: capisce che abbiamo votato Prodi per non votare lui, capisce che non lo fanno cadere solo perché hanno paura di lui. E lui dice che se ne và. E ci lascia Prodi. Non solo birbone, pure crudele!
Ciaonè 22 novembre 2006