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Emigrare costa caro, a volte troppo

by Redazione

di Beppe Casucci, vice presidente di Nessun Luogo è Lontano e responsabile per la Uil del settore Immigrazione

Sono impressionati i dati dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni sul numero di decessi tra i migranti a livello mondiale: dal 2000 ad oggi – in soli 14 anni – 40 mila esseri umani sarebbero periti nel tentativo di arrivare con mezzi insicuri in un altro Paese nella speranza di poter cominciare una nuova e migliore vita: perdite avvenute per terra e per mare, per disgrazia, incidente o incuria. Quello che l’OIM chiama “fatal journey” – viaggio fatale – avviene spesso per il cinismo dei trafficanti che imbarcano centinaia di persone in mezzi ed imbarcazioni insicure; ma sono anche indirettamente vittime della rigidità delle norme europee che costringono milioni di uomini alla clandestinità ed ai viaggi della disperazione.

Lo studio, effettuato nell’ambito del progetto dell’OIM “Missing Migrants Project”, mostra come l’Europa sia la destinazione più pericolosa al mondo per i migranti “irregolari”: dal 2000 sono oltre 22.000 i migranti che hanno perso la vita durante i pericolosi viaggi attraverso il mar Mediterraneo. Dati confermati da Fortresse Europe che parla di 3000 vittime da gennaio 2014, quindi dopo la tragedia del 3 ottobre 2013 quando perirono 366 persone davanti all’isola di Lampedusa.

Molti di loro sono rifugiati, in quanto fuggono da zone di guerra, ma sono lo stesso obbligati ai viaggi della disperazione, in quanto la Convenzione di Dublino nega loro il diritto a richiedere asilo al di fuori del territorio europeo.

Sembrano cifre di un bollettino di guerra: eppure riguardano vittime innocenti, persone che si sono messe nelle mani di trafficanti di carne umana, pagando loro alte cifre per un trasporto insicuro e lasciando alle proprie famiglie in Patria ingenti debiti da restituire.

Basterebbe cambiare la legislazione europea e permettere, a chi ne ha diritto, di fare domanda d’asilo nei Paesi di transito. Questo eviterebbe loro il rischio della rischiosa traversata clandestina e basterebbe quanto meno a dimezzare il numero dei morti. Forse non tutti, certo, ma parliamo di migliaia di vite che potrebbero essere risparmiate.

Il messaggio di OIM è molto chiaro: «tanti migranti stanno morendo», afferma il Direttore Generale dell’OIM William Lacy Swing: «è arrivato il momento di fare di più che contare il numero delle vittime. E’ tempo di fare fronte comune affinché i migranti in gravi difficoltà non debbano subire violenze».

E noi della UIL vogliamo aggiungere: se a novembre l’operazione Mare Nostrum verrà fermata, basterà il programma europeo Frontex per addormentare la nostra coscienza? Pensiamo si debba fare molto di più per evitare la perdita di vite umane.


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