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Ferrero: un viaggio nell’Italia dell’immigrazione

by Redazione

Ieri ha avuto inizio il viaggio del Ministro per la Solidarietà Sociale Paolo Ferrero, accompagnato dal sottosegretario Cristina De Luca, attraverso 17 capoluoghi di regione.

In questo viaggio-inchiesta, che si protrarrà fino alla fine di gennaio, il Ministro incontrerà, in assemblee aperte, enti locali, associazioni, sindacati, consulte dei migranti alla scoperta delle diverse realtà dell’immigrazione. Da Trento fino a Palermo, in un attivo incontro-dialogo con la società civile, l’attenzione sarà rivolta alle esigenze e alle richieste del territorio al fine di raccogliere proposte e suggerimenti in vista di una modifica della legislazione vigente in materia migratoria. L’obiettivo è, infatti, quello di «rivedere la Bossi-Fini sulla base delle esigenze reali degli immigrati, del mondo del lavoro e della società civile senza troppe teorie e prese di posizioni ideologiche» afferma Ferrero. Una riforma, quindi, che parta da una analisi del fenomeno migratorio nella sua concreta realizzazione e che tenga conto dalle reali esigenze del territorio, incontrando chi sul campo si occupa di integrazione e immigrazione.

In effetti una revisione della legge 189/02 è necessaria, è indubbio

Con questa normativa, la titolarità di diritti dell’individuo viene legata alla prestazione d’opera ed alla forza-lavoro, più che alla sua dimensione umana. Ma il limite fondamentale di essa risiede nell’aver rivisitato la materia più nell’ottica dei messaggi politici da mandare all’opinione pubblica che nella ricerca di soluzioni normative idonee a governare il fenomeno. Una legge che, come l’intera legislazione di settore, risponde più che altro a logiche emergenziali e securitarie, penalizzando l’aspetto dell’accoglienza e dell’integrazione, con l’obiettivo principale di contenere il fenomeno e limitarne gli impatti negativi nel contesto di inserimento non solo sul piano dell’ordine pubblico e della sicurezza, ma anche nei suoi riflessi economico-sociali.

Al contrario bisognerebbe procedere con un’opera di snellimento e facilitazione delle procedure, al duplice scopo di scoraggiare l’immigrazione clandestina, non soltanto in termini repressivi, ma attraverso efficaci e credibili canali alternativi, ed evitando la formazione di sacche di illegalità  ed emarginazione.

Va, comunque, sottolineato che non ci si può limitare ad un’unica azione qual è la inevitabile modifica della legge 189/02, ma è necessario, insieme a tale intervento, predisporre un pacchetto legislativo e di indirizzo politico che comprenda misure relative al mercato del lavoro, alla scuola, alla cittadinanza e dunque al voto, prevedendo così una normativa più vasta e lungimirante di disciplina complessiva e esaustiva della realtà immigratoria. Solo una politica di governance del fatto migratorio, intervenendo dunque con una legge di sistema coordinata con adeguate norme di ampio raggio, può rappresentare il percorso più adeguato e maggiormente aderente ai mutamenti sociali intervenuti e a quelli in corso.

Maria Carla Intrivici

(10 novembre 2006)


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