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Il bello viene ora

by Redazione

Cari ragazzi che ieri a Catania avete ballato contro la mafia in nome dell’arte, grazie! Voi non riuscite ad immaginare quanto il vostro gesto serva a tutti noi. Il vostro di ieri come quello dei ragazzi, ormai grandi, che sfilavano per la primavera palermitana, che avevano occhi pieni di sdegno e commozione e speranza, quando marciavano in morte di Piersanti Mattarella, Pio Latorre, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino. Quelli che si riunivano, anni fa, attorno a Padre Sorge, ad Ennio Pintacuda, a Leoluca Orlando, qualunque scelta abbiano poi fatto costoro. Quelli che hanno aiutato l’impossibile impresa della mite Rita Borsellino di diventare presidente della regione Sicilia. Tra un fatto e l’altro sono passati anni e non avete, non abbiamo, ancora vinto; ma i sogni sono più duri da raggiungere di un posto in banca, più incerti di una tessera di invalidità, di un’occasione da velina. Più duri ma più duraturi.

Ciaonè, 8 settembre 2008

Cari ragazzi che ieri a Catania avete ballato contro la mafia in nome dell’arte, grazie! Voi non riuscite ad immaginare quanto il vostro gesto serva a tutti noi. Il vostro di ieri come quello dei ragazzi, ormai grandi, che sfilavano per la primavera palermitana, che avevano occhi pieni di sdegno e commozione e speranza, quando marciavano in morte di Piersanti Mattarella, Pio Latorre, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino. Quelli che si riunivano, anni fa, attorno a Padre Sorge, ad Ennio Pintacuda, a Leoluca Orlando, qualunque scelta abbiano poi fatto costoro. Quelli che hanno aiutato l’impossibile impresa della mite Rita Borsellino di diventare presidente della regione Sicilia. Tra un fatto e l’altro sono passati anni e non avete, non abbiamo, ancora vinto; ma i sogni sono più duri da raggiungere di un posto in banca, più incerti di una tessera di invalidità, di un’occasione da velina. Più duri ma più duraturi.

Non tutti voi conoscono le centinaia di ragazzi e ragazze siciliane che lavorano e studiano fuori dalla Sicilia e che alla vostra terra sono legati da un amore indissolubile e furioso, che non si accontenta dei piccoli passi, dei mezzi risultati, del tempo che c’è ancora da aspettare. Non crediate che essi vi abbiano abbandonato; ne conosco personalmente almeno due, essi agiscono qua, ma il loro cuore, il loro cervello, le loro speranze sono lì con voi e quello che fanno lo fanno anche per questo. Il bello comincia ora però: vorrei esservi padre e un poco sento di esserlo e, da padre, vi chiedo di accogliere i vostri amici che ieri non sono venuti a ballare. Il peso e la vergogna che essi portano per colpa dei loro genitori è già abbastanza grande. Essi sapranno essere migliori. Ma visto che siete così immensamente bravi vi chiedo di più. Non giudicate nemmeno quei genitori, già vivono perseguitati dalle loro paure e solo voi, che frequentate la speranza e l’utopia, potete aiutarli a vivere da uomini.

Ciaonè, 8 settembre 2008


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