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“Il lavoro è cittadinanza”: avviata una campagna di sensibilizzazione

by Redazione

Sono 2 milioni di lavoratori immigrati regolari, in più di 300mila hanno un’impresa individuale, versano tasse e contributi, ma solo 26 mila prendono una pensione previdenziale. Ecco perché il Ministro per l’integrazione Cecìle Kyenge in collaborazione con l’Inps ha promosso la campagna “Il lavoro è cittadinanza  che si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica su un dato: i lavoratori migranti producono con le loro attività in Italia circa il 10% del Pil versando la loro contribuzione nei bilanci del nostro sistema previdenziale. Il lavoro dei migranti è pertanto

una risorsa e un’opportunità per tutto il Paese.

Altri dati : sono molto contenute anche le altre prestazioni sociali; se gli immigrati lasciano l’Europa prima che acquisiscano il diritto alla pensione, perdono tutti i contributi. “Con l’attuale sistema, – ha affermato il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua – se un lavoratore extra Ue va via dall’Italia i contributi che ha versato decadono. Bisogna convertire gli accordi bilaterali per far sì che il lavoratore sappia di poter avere le prestazioni dovunque decida di andare a lavorare”.

I cittadini extra Ue che lavorano in Italia si suddividono in 883mila dipendenti con contratto a tempo indeterminato e circa 270 a tempo determinato, ai quali si aggiungono 467mila lavoratori domestici e 159mila esercenti di attività commerciali. Gli artigiani sono circa 120mila e 19mila i lavoratori subordinati. Inoltre, 136mila sono i lavoratori dipendenti in ambito agricolo, quasi 17mila gli stagionali e circa 1.500 i coltivatori diretti. Quanto alle imprese individuali, sono oltre 300mila gli stranieri non comunitari che hanno avviato questo tipo di impresa, per la maggior parte (132mila) titolari di ditte di commercio all’ingrosso e al dettaglio. Seguono i titolari di ditte di costruzioni (74.600), di attività manifatturiere (27.600), di servizi di alloggio e ristorazione (circa 15mila) e di attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (13.800). Non mancano, tuttavia, presenze importanti di cittadini extracomunitari in settori come agricoltura, selvicoltura e pesca (circa 7mila), trasporto e magazzinaggio (6.500), servizi di informazione e comunicazione (4.400) e attività professionali, scientifiche e tecniche (3.900). “Il lavoro non ha colore, etnie o appartenenza. È solo lavoro, con i suoi diritti”: ha affermato il ministro per l’Integrazione, Cècile Kyenge.

 


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