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In memory of…

by Redazione

Questo piccolo omaggio a quello che fu il Partito Comunista. Non c’è niente da fare, i pensierini più sinceri giungono quasi sempre dagli estranei.

Quando il partitone riuniva la gente di spettacolo era un tripudio, di forza, di festa e di arroganza. C’era Scola, c’era Lizzani, c’era Monicelli, c’era Citto Maselli, che capeggiavano con polso fermo legioni di artisti “organici” come si diceva allora. Ma alla gente di cinema si univano, festanti e plaudenti, frotte di cantanti, di teatranti, di pittori, di giornalisti, di vignettisti, di etoile, di scrittori, di scritturati. Se uno non apparteneva alla comitiva in genere evitava di dirlo, se la notizia trapelava doveva fare le piroette per inventarsi un perché. Sembrava che solo il Capitale, le riunioni del Comitato Centrale e la fratellanza con i sovietici, fossero il propellente della creatività.

Ciaonè, 27 marzo 2007

Questo piccolo omaggio a quello che fu il Partito Comunista. Non c’è niente da fare, i pensierini più sinceri giungono quasi sempre dagli estranei.

Quando il partitone riuniva la gente di spettacolo era un tripudio, di forza, di festa e di arroganza. C’era Scola, c’era Lizzani, c’era Monicelli, c’era Citto Maselli, che capeggiavano con polso fermo legioni di artisti “organici” come si diceva allora. Ma alla gente di cinema si univano, festanti e plaudenti, frotte di cantanti, di teatranti, di pittori, di giornalisti, di vignettisti, di etoile, di scrittori, di scritturati. Se uno non apparteneva alla comitiva in genere evitava di dirlo, se la notizia trapelava doveva fare le piroette per inventarsi un perché. Sembrava che solo il Capitale, le riunioni del Comitato Centrale e la fratellanza con i sovietici, fossero il propellente della creatività.

Ieri, nella sala convegni Capranica, Fassino ci ha riprovato. Coraggioso! Fin dalla scelta della sala: il Capranica è stato un grande cinema, oggi un convegnificio, domani chissà, magari un Mc Donald’s.
C’era Paola Cortellesi, quella delle imitazioni e di “Tu la conosci Claudia”, che se n’è andata prima in preda ai crampi della noia. C’era Moni Ovaia, che quasi nessuno ha capito se sia un attore che canta, un cantante che suona o un musico che scrive. Memorabili le sue arie in frascatano – yiddish, fanno la fila… C’era Francesco Salvi, il mito vivente del “Medico in famiglia”. E, visto il clima struggente e crepuscolare, da inconsolabile rimpianto, c’era Massimo Ghini, quello di “Compagni di scuola e di “Raccontami…”.

Ciaonè, 27 marzo 2007


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