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La ripresa del cammino europeo

by Redazione

Nel prossimo week-end, a Berlino, si celebrerà il cinquantenario del trattato di Roma con cerimonie ufficiali ed eventi organizzativi. Per l’occasione i 27 capi di Stato firmeranno la «Berliner Erklaerung», la dichiarazione di Berlino, in cui, ripercorrendo la principiali tappe dell’Ue durante il cinquantennio, si indicheranno le prospettive future. Iniziative e festeggiamenti sono previsti anche in Italia, Paese in cui il 25 marzo del 1957 si firmò il trattato Cee.

Sin dalla sua costituzione, l’Unione ha avuto importanti obiettivi: il mantenimento della pace, la prosperità economica delle popolazioni, il raggiungimento di un’identità geopolitica ed economica determinante per un’influenza politica globale. E nel corso di questi 50 anni è realmente nato un nuovo attore nella scena internazionale: una potenza commerciale di dimensioni continentali, con una moneta di riferimento e di riserva mondiale, che ha proposto e  propone una diversa politica internazionale e che ha anche assunto il ruolo di potenza di intermediazione, come i recenti fatti in Libano hanno dimostrato.

Nella comunità c’è però scontento, incertezza sui passi futuri, diffidenza, indifferenza. È palese una crisi di consenso popolare, di governabilità. Il 44% degli europei pensa persino che la loro condizione di vita sia peggiorata.
L’allargamento dell’Ue viene, infatti, percepita come un incentivo all’immigrazione. Si è parlato in toni allarmistici di «invasione» di cittadini esteuropei intenti a “rubare” il lavoro e a gravare sui servizi locali, in una realtà con livelli di disoccupazione alti e una crescita economica in stallo.
La candidatura della Turchia crea ulteriori timori; si paventa la perdita di coesione culturale e della condivisione di valori e ragioni comuni. E questo in un clima generale di difficoltà nella gestione e governabilità di fenomeni e problematicità interconnessi quali criminalità, terrorismo e integrazione dei cittadini stranieri, soprattutto musulmani, nelle società europee.

La soluzione? Indubbiamente appare necessario rimettere in moto il processo europeo attraverso unità di intenti e intese reali; e ciò partendo proprio dal trattato della Costituzione europea che rappresenta ancora la massima espressione, dal punto di vista giuridico e politico, dell’identità dell’Unione europea. Bisogna rilanciare il progetto della Costituzione che è stato interrotto dai no di Francia ed in Olanda, ma che è stato recentemente ratificato dalla Finlandia, portando a 18 le ratifiche e dando nuove speranze. È anche quanto affermato dal Presidente del Consiglio Prodi e dal Cancelliere tedesco Merkel, che concordano sull’importanza di far ripartire il processo di ratifica e attuazione della Costituzione e quindi il cammino dell’Europa.

La necessità di far progredire l’integrazione europea, dotando l’Unione di strumenti istituzionali efficienti e appropriati ai suoi fini e alle sue dimensioni è fondamentale per superare i rallentamenti e dare al vecchio continente più incisività istituzionale e una maggiore spinta verso la crescita.

Maria Carla Intrivici

(21 marzo 2007)


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