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La Spagna domani

by Redazione

Avevo pensato di parlare di Spagna, oggi. Nel primo giorno del secondo governo Zapatero. Del suo nuovo esecutivo con nove donne ministro e otto uomini, della sua nuova legge sull’eguaglianza tra i sessi, della loro laicità paragonata alla nostra Italia parrocchiale che fa infuriare i superflui cattolici come me.
Ma ne parlerò domani, oggi voglio salutare due persone, tra le tante che mi rammarico di non aver conosciuto: Giovanni Di Martino, diciassette anni, spintonato da suoi compagni di scuola mentre cercava di sedare una loro rissa e Giuseppina Pasqualino (Pippa Bocca), la giovane donna uccisa in Turchia da un qualunque balordo.

Ciaonè, 14 aprile 2008

Avevo pensato di parlare di Spagna, oggi. Nel primo giorno del secondo governo Zapatero. Del suo nuovo esecutivo con nove donne ministro e otto uomini, della sua nuova legge sull’eguaglianza tra i sessi, della loro laicità paragonata alla nostra Italia parrocchiale che fa infuriare i superflui cattolici come me.
Ma ne parlerò domani, oggi voglio salutare due persone, tra le tante che mi rammarico di non aver conosciuto: Giovanni Di Martino, diciassette anni, spintonato da suoi compagni di scuola mentre cercava di sedare una loro rissa e Giuseppina Pasqualino (Pippa Bocca), la giovane donna uccisa in Turchia da un qualunque balordo.

Giovanni era di Torre del Greco, vede alcuni suoi compagni litigare di brutto e si mette in mezzo. Uno spintone, perde l’equilibrio mentre passa un camion. Puf, finito! Per Pippa è andata diversamente. Attrice off che aveva studiato con suo zio, altro artista off. L’8 marzo, parte con destinazione Gerusalemme, passando in autostop per alcuni tra i Paesi più incasinati al mondo. Non crepa sotto una bomba, né per l’antrace, né rapita dai pirati del mare; un farabutto vicino ad Istanbul le da un passaggio, la violenta, la uccide. Poteva capitare a Tradate, a Civitavecchia, a Trapani. Lì dove spero che accada ai figli di chi pensa che se la sia cercata. Era vestita da sposa, pensava che quel simbolo di purezza e di vita, fosse tutto lo scudo che le serviva. Soprattutto abbraccio i genitori di Giovanni e Giuseppina: “Carissimi, vorrei che le mie figlie somigliassero un giorno ai vostri e io vorrei saper fare il genitore come voi”.

Ciaonè, 14 aprile 2008


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