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La terribile vittoria di Trento

by Redazione

Il PD gioisce per la vittoria di Dallai alle elezioni alla Provincia di Trento di cui si conferma presidente. Capisco la letizia. Un po’ perché l’esito era inatteso, un po’ perché ormai il PD per ricordarsi cosa sia una vittoria deve guardarsi i film di Stallone o la videocassetta della finale dei mondiali di calcio di Spagna ’82 con tutti i goal di Paolo Rossi.
Devo dire che pur ritenendo Dallai una brava persona, quando ho saputo della vittoria un brivido mi ha percorso la schiena. Brivido divenuto crisi di panico quando ho letto dei risultati della destra: sfondamento della Lega e numero di voti da assemblea condominiale per Berlusconi e famiglia. Perché tanta inquietitudine? Ci ho pensato un po’ e poi ho provato a darmene una spiegazione.

Ciaonè, 13 novembre 2008

Il PD gioisce per la vittoria di Dallai alle elezioni alla Provincia di Trento di cui si conferma presidente. Capisco la letizia. Un po’ perché l’esito era inatteso, un po’ perché ormai il PD per ricordarsi cosa sia una vittoria deve guardarsi i film di Stallone o la videocassetta della finale dei mondiali di calcio di Spagna ’82 con tutti i goal di Paolo Rossi.
Devo dire che pur ritenendo Dallai una brava persona, quando ho saputo della vittoria un brivido mi ha percorso la schiena. Brivido divenuto crisi di panico quando ho letto dei risultati della destra: sfondamento della Lega e numero di voti da assemblea condominiale per Berlusconi e famiglia. Perché tanta inquietitudine? Ci ho pensato un po’ e poi ho provato a darmene una spiegazione.

Tutte le volte che in qualche elezione amministrativa al nord il PD vince, la Lega pure e Berlusconi stramazza, le camicie verdi fanno festa per quaranta giorni ininterrottamente, una specie di ramadan dell’alcolismo, dove bevono a stomaco vuoto e, perdi più, bevono il vino di qualche loro accolito che lo fa con le sue mani. Il peggio del peggio. Come si sa, i contadini il vino non lo sanno fare e se ne bevi più di mezzo bicchiere rischi la cirrosi epatica. Capita durante questo lungo periodo che qualche giornalista voglia divertirsi ad intervistare uno di loro e capita che la Lega mandi davanti alle telecamere i suoi leader più prestigiosi, facendoli uscire in tutta fretta dalle cantine dove si sono rintanati. E quelli, per non sbagliare, cominciano a parlare di immigrati. Lo fanno senza accorgersene e, come di consueto, senza riflettere. Un po’ come la foca quando vede l’alicetta nelle mani del bambino, si alza sul suo sederone ed emette quell’orrendo verso che assomiglia al rutto del ricco epulone. E’ un riflesso condizionato che non ha alcuna attinenza col pensiero.

Ciaonè, 13 novembre 2008


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