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L’indulto: un provvedimento possibile

by Redazione

L’indulto sembra possa essere approvato prima della pausa estiva.

Il provvedimento prevede uno sconto di pena di tre anni per i reati commessi fino al 7 maggio 2006, giorno di presentazione della proposta. Una misura che potrà essere applicata anche ai recidivi, ma che esclude gli autori di reati gravi come terrorismo, mafia, pedofilia, violenza sessuale.

Se la proposta passasse, usufruiranno della disposizione circa 12 mila persone e un altro 20% potrà chiedere l’accesso alle misure alternative, numeri questi che mostrano l’urgenza del provvedimento.

Il sistema penitenziario italiano rischia, infatti, il collasso: a fronte di una recettività regolamentare di 45.490 posti, risultano presenti 61.353 detenuti. Una drammatica situazione di sovraffollamento, che rende difficile assicurare dignitose condizioni di vita per i trattenuti e che è, quindi, indubbiamente insostenibile, soprattutto se si considera che si tratta «più frequentemente di soggetti di spessore delinquenziale non allarmante, provenienti dall’area del disagio sociale e della povertà» come affermato recentemente dal Ministro della Giustizia Mastella.

Tra questi troviamo molti immigrati colpevoli il più delle volte di essere degli irregolari. Al 31 dicembre 2005 erano presenti nelle nostre carceri 19.836 cittadini stranieri, 1034 dei quali comunitari, un terzo del totale della popolazione carceraria. Tra le cause principali della loro detenzione vi sono le ipotesi di reato introdotte dalla legge Bossi – Fini e in particolar modo la fattispecie relativa alla violazione delle disposizioni sull’espulsione. Si parla, pertanto, non di reati gravi e socialmente pericolosi, ma di violazioni di meccanismi normativi spesso miopi e farraginosi.

L’indulto si presenta, quindi, come un provvedimento necessario, ma, al contempo, non va dimenticata e sottovalutata l’impopolarità di questa misura, malvista dall’opinione pubblica che palesa forti preoccupazioni e timori al riguardo, probabilmente cause del continuo ritardo in questo cammino.

Maria Carla Intrivici

(13 luglio 2006)


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