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L’Olanda e il voto agli stranieri

by Redazione

Il 7 marzo 2006, in Olanda, si sono tenute le elezioni amministrative.
La novità della tornata elettorale olandese è stata la chiamata alle urne di 2,2 milioni di elettori stranieri che sono stati ammessi a votare nelle consultazioni per le giunte cittadine.
Il luogo simbolo di questa svolta è stata Rotterdam, città con un terzo della popolazione “alloctona” (cittadini con genitori non olandesi) e con la più alta percentuale di immigrati  in Europa.
Elezioni queste che si sono concluse con una chiara vittoria della sinistra: i laburisti del Pvda hanno ottenuto il 23,4% dei voti e conquistato 1.988 seggi nei consigli comunali, superando così le formazioni di governo, cioè i cristiano-democratici e i liberali.
A questo punto ci si può chiedere: qual è il perché di questo scossone elettorale?
Ma soprattutto: quanto il coinvolgimento elettorale della comunità straniera ha influito sulla vittoria della sinistra?
Sicuramente è stato un apporto rilevante.
Nell’orizzonte politico olandese, il partito laburista è stato l’unico ad affrontare uno dei temi più scottanti: l’immigrazione e le problematiche ad essa connesse. Tematiche che per un periodo sono state “dimenticate” da tutte le forze politiche dalla sinistra ai conservatori liberali e democratici, in linea con un atteggiamento difensivo e per niente lungimirante; e questo nonostante la consistente presenza straniera nel paese e soprattutto malgrado le recrudescenze xenofobe e razziste di questi ultimi anni.
L’Olanda non è più il “regno delle tolleranza e dell’accoglienza”, il 60% della popolazione ha paura degli immigrati che vengono considerati come fattori di guai e di instabilità.
E gli omicidi di Pim Fortuyn, intellettuale gay inventore del movimento «Leefbaar Rotterdam» (Rotterdam vivibile) espressione del populismo xenofobo, e del registra Theo Van Gogh, autore di un film sulle violenze imposte alle donne nelle società islamiche, sono prodotti di questo scenario oltre ad essere stati causa di ulteriori tensioni tra le comunità.
I laburisti di Wouter Bos, hanno, invece, saputo cogliere e interpretare questa difficile realtà, da una parte rassicurando i cittadini attraverso concetti quali sicurezza e ordine, temi centrali del loro programma elettorale, e dall’altra stabilendo contatti con la comunità straniera, individuando, in tal modo, una ponderata e acuta “ricetta” che è stata premiata.
(13 marzo 2006)

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