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L’Urlo

by Redazione

Certo che è una fortuna, ma siete sicuri che sia anche un bene? Aver ritrovato dopo due anni una delle più importanti opere del ‘900 non può che essere considerata una enorme sorte ma averla persa, in quel lontano Agosto 2004, mi faceva sognare di aver smarrito una parte del nostro destino. Quello più raccapricciante, più sordido, più impensato.
Ciaonè, 1 settembre 2006     
Certo che è una fortuna, ma siete sicuri che sia anche un bene? Aver ritrovato dopo due anni una delle più importanti opere del ‘900 non può che essere considerata una enorme sorte ma averla persa, in quel lontano Agosto 2004, mi faceva sognare di aver smarrito una parte del nostro destino. Quello più raccapricciante, più sordido, più impensato.
Quello che deve aver ispirato Edward Munch.
Se avessimo perso un Botticelli, un Giorgione, un Tintoretto, avremmo smarrito anche la carnalità un po’ fosca ma dirompente delle loro figure magiche; se poi li avessimo ritrovati avremmo ritrovato la sensualità elettrizzante di quelle eterne icone.
Ma ritrovare l’Urlo, mette addosso un disagio sottile e inconfessabile come se, dopo aver sperato di aver perso la fascinazione luciferina per un brutto futuro, l’avessimo ritrovato lì, sulla spiaggia, pronto a giocarsi a scacchi il nostro avvenire.
Come in un film di Bergman.
Domando a me stesso, senza il coraggio di confessare ad altri il mio rovello: ciò vorrà forse dire che dovremo tenerci anche in futuro – che so? – Calderoli e Maurizio Costanzo? E Maria De Filippi? E  Vespa? E Costantino?
E Gigi Marzullo? E – come non ricordarlo? – il Cavaliere?
Ciaonè, 1 settembre 2006     


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