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Migliorare il livello di democrazia e d’inclusione sociale nel nostro Paese

by Redazione

Al via Legge di iniziativa popolare per il riconoscimento della minoranza linguistica e culturale Rom e Sinti

Realizzare gli articoli 3 e 6 della Costituzione: uguaglianza davanti alla legge, senza distinzione di sesso, etnia, lingua e religione, tutelando le minoranze linguistiche con apposite norme; contrastare ogni forma di discriminazione e pregiudizio nei confronti della popolazione Romanì, tutelandone il patrimonio linguistico – culturale; superare i campi nomadi, favorendo concrete misure di inclusione sociale. Sono questi gli obiettivi della legge d’iniziativa popolare lanciata dalla Federazione Rom e Sinti Insieme, nel corso di una conferenza stampa tenuta alla Camera a cui hanno partecipato rappresentanti della UIL, Cgil, Arci, Partito Radicale, PRC, Sos Razzismo, Nessun Luogo è Lontano; associazione Cittadinanza e minoranze, S. Egidio e numerose altre organizzazioni. Luigi Manconi, Pres. Commissione Diritti Umani del Senato, è intervenuto a favore dell’iniziativa anche perché: “tutelare i diritti degli ultimi qualifica il livello di democrazia di un Paese”. Rita Bernardini, segretaria del Partito Radicale ha ricordato che “laddove c’è strage di diritti, si rischia che ci sia anche strage di democrazia”. L’iniziativa di legge popolare – che la UIL appoggia – si propone di includere la minoranza Romanì, tra quelle tutelate dalla legge 482/1999, che garantisce diritti come quello allo studio, all’insegnamento della lingua e diffusione della cultura.

Nel corso dei prossimi sei mesi comitati locali in costituzione nelle varie città d’Italia, si attiveranno per la raccolta di almeno 50 mila firme valide necessarie alla formale presentazione della legge.

“Sarà una battaglia soprattutto di carattere culturale”, hanno concordato Giuseppe Casucci e Piero Soldini, rispettivamente rappresentanti della UIL e della CGIL: “i pregiudizi nei confronti di Rom e Sinti sono vecchi e radicati e sono il principale veleno che ha impedito finora misure concrete di inclusione sociale”. Una campagna mediatica che ha permesso nel 2008 la politica di segregazione nei campi Rom, la schedatura delle persone (persino dei minori) e la dichiarazione di stato di emergenza tanto poi condannato dalle istituzioni europee.


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