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Migranti a Roma, in periferia è psicosi: barricate e presidi dei residenti

by Redazione

di [email protected]

(da Il Messaggero) Roma, 27 luglio 2014 – C’è ancora l’odore del fumo tossico dei rifiuti dati alle fiamme venerdì sera davanti all’ex centro commerciale Dima di via Celio Caldo, a Torre Angela. «È un avvertimento» dice minaccioso qualcuno il giorno dopo la protesta organizzata per bloccare il traffico su via Casilina per dire no al presunto arrivo di altri rifugiati nel VI municipio che già ospita 15 centri di accoglienza per un totale di oltre 1.300 migranti. La voce poi non confermata dell’arrivo addirittura di 3.000 profughi ha scatenato il panico nel quartiere. Panico e psicosi anche in altre aree della capitale, quelle più sofferenti, come Settecamini e Casalotti già utilizzate per ospitare altri centri. Una lotta tra «ultimi», tra gli abitanti delle periferie abbandonate e i migranti che vengono dalla «fine del mondo» in cerca di un futuro migliore.
TENSIONE – «Non è razzismo» dicono i giovanissimi che si riuniscono al Parco Celio Caldo, un giardinetto davanti all’ex centro commerciale abbandonato da sette anni. C’è chi parla di «psicosi», della volontà di creare «un’esplosione di violenza» in un’area già sofferente visto che da nessuna fonte arriva la conferma dell’uso dell’ex centro commerciale.
“I bimbi traslocano” è il titolo di un finto articolo che gira su Facebook: si annuncia che la scuola Oscar Romero verrà usata per i profughi, falsa notizia ovviamente. La manifestazione di venerdì sera è stata organizzata da Azione frontale, quelle dei giorni passati dal Comitato di quartiere Torre Angela: «C’erano famiglie e bambini – dice Giuseppe Ferone, del comitato – nessun intento razzista, è indispensabile fare qualcosa in maniera preventiva per bloccare il presunto progetto, abbiamo raccolto 2.000 firme». Tra le voci che girano anche quella di accordi già presi con cooperative per la distribuzione di pasti: nulla di confermato ovviamente.
SMENTITE – Dall’assessorato alle Politiche sociali smentiscono la possibilità di usare l’ex centro commerciale, mentre il presidente del municipio Marco Scipioni ha abbandonato per protesta la riunione in Campidoglio mercoledì con membri di tutti i municipi: «L’assessorato non ha voluto comunicare dove trasferiranno i migranti, da noi ce ne sono già il 60%» dice Scipioni che parla di «irresponsabilità dell’assessore Cutini». «Ho scritto una lettera al sindaco per chiedere una riunione con il Prefetto e un tavolo permanente sul tema dell’accoglienza» aggiunge. «Aspettiamo risposte dal Prefetto» dice Fabio Tranchina del M5s. «È solo psicosi, si deve mantenere la calma» assicura Luigi Casella, del Cdq Arcaccia. Tensione anche a Settecamini. «La mobilitazione ha impedito l’apertura di un centro di accoglienza a largo Davanzati, in piazza c’ero anche io» dice Fabrizio Ghera capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza. «Non abbasseremo la guardia» dice Domenico Corsale, uno dei residenti più attivi nella mobilitazione. E anche lui assicura: «Non si tratta di razzismo».


Migranti a Roma, in periferia è psicosi: barricate e presidi dei residenti

by Redazione

di [email protected]

(da Il Messaggero) Roma, 27 luglio 2014 – C’è ancora l’odore del fumo tossico dei rifiuti dati alle fiamme venerdì sera davanti all’ex centro commerciale Dima di via Celio Caldo, a Torre Angela. «È un avvertimento» dice minaccioso qualcuno il giorno dopo la protesta organizzata per bloccare il traffico su via Casilina per dire no al presunto arrivo di altri rifugiati nel VI municipio che già ospita 15 centri di accoglienza per un totale di oltre 1.300 migranti. La voce poi non confermata dell’arrivo addirittura di 3.000 profughi ha scatenato il panico nel quartiere. Panico e psicosi anche in altre aree della capitale, quelle più sofferenti, come Settecamini e Casalotti già utilizzate per ospitare altri centri. Una lotta tra «ultimi», tra gli abitanti delle periferie abbandonate e i migranti che vengono dalla «fine del mondo» in cerca di un futuro migliore.
TENSIONE – «Non è razzismo» dicono i giovanissimi che si riuniscono al Parco Celio Caldo, un giardinetto davanti all’ex centro commerciale abbandonato da sette anni. C’è chi parla di «psicosi», della volontà di creare «un’esplosione di violenza» in un’area già sofferente visto che da nessuna fonte arriva la conferma dell’uso dell’ex centro commerciale.
“I bimbi traslocano” è il titolo di un finto articolo che gira su Facebook: si annuncia che la scuola Oscar Romero verrà usata per i profughi, falsa notizia ovviamente. La manifestazione di venerdì sera è stata organizzata da Azione frontale, quelle dei giorni passati dal Comitato di quartiere Torre Angela: «C’erano famiglie e bambini – dice Giuseppe Ferone, del comitato – nessun intento razzista, è indispensabile fare qualcosa in maniera preventiva per bloccare il presunto progetto, abbiamo raccolto 2.000 firme». Tra le voci che girano anche quella di accordi già presi con cooperative per la distribuzione di pasti: nulla di confermato ovviamente.
SMENTITE – Dall’assessorato alle Politiche sociali smentiscono la possibilità di usare l’ex centro commerciale, mentre il presidente del municipio Marco Scipioni ha abbandonato per protesta la riunione in Campidoglio mercoledì con membri di tutti i municipi: «L’assessorato non ha voluto comunicare dove trasferiranno i migranti, da noi ce ne sono già il 60%» dice Scipioni che parla di «irresponsabilità dell’assessore Cutini». «Ho scritto una lettera al sindaco per chiedere una riunione con il Prefetto e un tavolo permanente sul tema dell’accoglienza» aggiunge. «Aspettiamo risposte dal Prefetto» dice Fabio Tranchina del M5s. «È solo psicosi, si deve mantenere la calma» assicura Luigi Casella, del Cdq Arcaccia. Tensione anche a Settecamini. «La mobilitazione ha impedito l’apertura di un centro di accoglienza a largo Davanzati, in piazza c’ero anche io» dice Fabrizio Ghera capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza. «Non abbasseremo la guardia» dice Domenico Corsale, uno dei residenti più attivi nella mobilitazione. E anche lui assicura: «Non si tratta di razzismo».


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