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Milano: revoca della parità alle scuole dell’infanzia

by Redazione

La querelle tra il sindaco Moratti e il ministro Fioroni continua.
Il Ministro della Pubblica istruzione ha avviato la procedura per la revoca della parità alle scuole dell’infanzia di Milano dal prossimo anno scolastico, che, in altre parole, significa taglio dei finanziamenti, 8milioni di euro.
All’origine della polemica vi è la circolare n. 20/2007 sulle iscrizioni alle 170 scuole dell’infanzia del Comune di Milano secondo cui sarebbero ammessi alle materne, per l’anno 2008/2009, solo i figli di stranieri con permesso di soggiorno ottenuto entro il 29 febbraio 2008. I figli di cittadini immigrati clandestini o irregolari non potrebbero, quindi, frequentare le scuole dell’infanzia.

La reazione di Fioroni non si è fatta attendere; definendo la politica dell’amministrazione milanese «un atto illegittimo e discriminatorio», il Ministro ha concesso dieci giorni di tempo per adeguare alla normativa nazionale la circolare, al fine di garantire l’accesso alle scuole materne a tutti i bambini indistintamente; in caso contrario lo Stato avrebbe sospeso i finanziamenti.
Un aut aut a cui il Comune ha risposto mantenendo fermo il proposito di non modificare il vincolo tra domanda di iscrizione e permesso di soggiorno. Posizione che ha determinato l’avvio dell’annunciata procedura di revoca della parità scolastica a partire dal prossimo anno, come precedentemente indicato.

 La decisione è arrivata martedì attraverso una nota del direttore scolastico per la Lombardia in cui si spiega che la circolare in oggetto è in contrasto con «con i principi internazionali, comunitari, con le disposizioni legislative, nonché con gli articoli 2, 10 e 34 della Costituzione».
Vi sono riferimenti alla Convenzione del fanciullo e citazione delle principali normative italiane in materia di immigrazione: il Testo unico sull’immigrazione, il d.lgs 286/98, in cui viene sancito il diritto all’istruzione dei minori stranieri, principio ribadito nel relativo Decreto di attuazione, il dpr 334/2004, secondo cui «i minori stranieri presenti sul territorio nazionale hanno diritto all’istruzione indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno».

In relazione alla vicenda si è parlato ancora una volta di legalità e di sicurezza, in termini di lotta alla irregolarità, alla illegalità. Purtroppo la tendenza è sempre quella di strumentalizzare le diverse vicende, a destra come a sinistra, nel tentativo di nutrire “parziali” interessi di partito.
In questo particolare caso, però, si tratta del riconoscimento e dell’attuazione di un diritto fondamentale a favore dei minori e nell’interesse superiore di questi ultimi: il diritto all’istruzione, un diritto ineludibile, ma anche veicolo elettivo per uscire dalla clandestinità.

Maria Carla Intrivici

(24 gennaio 2008)

 

 

 

 


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