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Nuovo decreto legge-espulsioni

by Redazione

Approvati dal Governo due provvedimenti su proposta del Ministro dell’Interno. Un decreto legge ed uno schema di decreto legislativo sulla base del dibattito parlamentare sul precedente provvedimento in materia di allontanamento dal territorio nazionale dei cittadini comunitari per esigenze di pubblica sicurezza.

Il decreto legge (n. 249) è entrato in vigore il 2 gennaio recante “misure urgenti in materia di espulsioni e di allontanamenti per terrorismo e per motivi imperativi di pubblica sicurezza”. Il decreto legislativo sarà correttivo del decreto n. 30 del febbraio 2007 sulla libera circolazione dei cittadini dell’Unione Europea (in attuazione della direttiva 2004/38/CE).

Il primo provvedimento presenta significative innovazioni rispetto al precedente decreto (n. 181) non convertito in legge, lasciato cadere per evidenti riferimenti errati alla normativa dell’Unione Europea.
Rende, innanzitutto, permanente quanto previsto dalla c.d. legge “Pisanu” (l. n. 155 del 31 luglio 2005) sul terrorismo con specifiche integrazioni e tutele.
Infatti, anche coloro che vengono allontanati per motivi di prevenzione del terrorismo sono tutelati dalla convalida dell’espulsione firmata dal Ministro dell’Interno da parte del giudice ordinario, evitando ulteriori ricorsi anche a livello europeo (Corte di Strasburgo sui diritti umani), ferma restando la competenza del Tar sui ricorsi avverso i decreti di espulsione.

Inoltre, un’importante modifica riguarda il Testo unico sull’immigrazione (d. lgs. n. 286 del 25 luglio 1998): l’autorità giudiziaria competente in tema di “espulsione di cittadini stranieri e di allontanamento di cittadini dell’Unione Europea” sarà il tribunale ordinario monocratico e non il giudice di pace.

La previsione dell’allontanamento immediato dei cittadini comunitari per motivi imperativi di pubblica sicurezza è stata modificata, permanendo al tempo stesso il fondamentale criterio (presente già nel precedente testo legislativo) del riferimento a comportamenti individuali che rappresentino una minaccia concreta ed attuale alla pubblica sicurezza. In effetti, vengono chiariti i motivi “imperativi di pubblica sicurezza” che debbono sussistere per dare luogo all’espulsione immediata dei cittadini UE. Tali motivi sussistono quando la persona abbia tenuto comportamenti che costituiscono una minaccia concreta, effettiva e grave alla dignità umana o ai diritti fondamentali della persona o all’incolumità pubblica, la cui permanenza sul territorio è incompatibile con la civile e sicura convivenza.
Il provvedimento è adottato: dal Prefetto competente per territorio, dal Ministro dell’interno nel caso in cui, invece, sia contro un minorenne, un cittadino europeo che abbia soggiornato più di dieci anni in Italia o un suo familiare. Nel primo caso (provvedimento del Prefetto) i ricorsi vengono presentati al tribunale ordinario monocratico, nel secondo (provvedimento del Ministro) la competenza spetta al Tar di Roma.

Il travagliato percorso legislativo delle misure che disciplinano le espulsioni dei cittadini europei dovrebbe concludersi, mentre le norme anti-discriminazioni attendono un parallelo esame e l’approvazione parlamentare, così come le altre misure legislative del “pacchetto sicurezza” su cui si è impegnato il Governo.

Dario Porta

(10 gennaio 2008)

Decreto legge 29 dicembre 2007, n. 249

 


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