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Pacatamente, serenamente

by Redazione

Nei giorni successivi al pronunciamento elettorale, mentre Bruno Vespa prendeva sonniferi per l’insonnia e il dolore procuratogli dall’esclusione della Sinistra L’Arcobaleno, scambiavo con i miei conoscenti impressioni sul voto e la politica, come quasi tutti gli italiani. Del resto in Italia amiamo spiegare le cose che non abbiamo capito, dopo che sono accadute. Nelle mie conversazioni ho, per prima cosa, serenamente, deciso di dar credito, pacatamente, al dolore di Vespa per la sconfitta di Bertinotti: infatti, pur non potendosi tecnicamente definire un comunista zapatista, Vespa sta a Bertinotti, come Bossi ai rutti e, se dice di soffrire per lui, io gli credo.

Ciaonè, 21 aprile 2008

Nei giorni successivi al pronunciamento elettorale, mentre Bruno Vespa prendeva sonniferi per l’insonnia e il dolore procuratogli dall’esclusione della Sinistra L’Arcobaleno, scambiavo con i miei conoscenti impressioni sul voto e la politica, come quasi tutti gli italiani. Del resto in Italia amiamo spiegare le cose che non abbiamo capito, dopo che sono accadute. Nelle mie conversazioni ho, per prima cosa, serenamente, deciso di dar credito, pacatamente, al dolore di Vespa per la sconfitta di Bertinotti: infatti, pur non potendosi tecnicamente definire un comunista zapatista, Vespa sta a Bertinotti, come Bossi ai rutti e, se dice di soffrire per lui, io gli credo.

In secondo luogo, ho pacatamente osservato che della sparizione della sinistra radicale dal Parlamento, non mi meraviglio e soprattutto, serenamente, me ne impipo. Questa mia affermazione ha menato scandalo persino tra certi miei vicini di casa che votano UDC. Non capisco, forse si erano abituati al panorama. Io invece, ho solo serenamente spiegato che la sinistra radicale tra il Novecento e il terzo millennio, ha scelto il novecento e dunque gli italiani, pacatamente, l’hanno tenuta in vita otto anno di troppo. Maledetto accanimento terapeutico! Ora bisogna dire che le prime mosse di quel che resta della sinistra, mi paiono un po’ dettate dalla confusione. Invece di prendersi un paio di giorni e andarsene tutti a Gardaland, si riuniscono e nominano al vertice Mortimer Ferrero.

Da osservatore completamente disinteressato, faccio pacatamente notare, che quel che resta dei comunisti, decide di mollare Lenin per tornare a Bakunin. L’elettorato italiano, lo dico serenamente, ha doti di immane saggezza.

Ciaonè, 21 aprile 2008


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