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PE: sostegno al microcredito

by Redazione

 

Il Parlamento europeo con una recente dichiarazione sottoscritta da 421 deputati invita le altre Istituzioni Ue, nel quadro del Processo di Barcellona e delle politiche di vicinato e di sviluppo, a riconoscere l’importanza del microcredito sostenendo che ha consentito lo sviluppo di progetti autonomi di occupazione,  svolge un ruolo importante nella lotta contro la povertà e rappresenta anche un vettore di emancipazione delle donne. L’Assemblea ritiene necessaria una maggiore messa a disposizione di risorse economiche ed umane per progetti di microcredito nei Pvs e nei Paesi del Mediterraneo, per rafforzare i programmi già esistenti in favore delle donne; suggerisce, altresì, l’istituzione di un’Associazione congiunta del microcredito, incaricata della certificazione di credibilità dei progetti.

 

Tale presa di posizione fa seguito a quanto indicato nell’iniziativa della Commissione europea sullo sviluppo del microcredito che si iscrive nella politica dell’Ue volta a promuovere l’imprenditorialità e l’iniziativa economica, l’integrazione sociale delle persone svantaggiate, a sviluppare il capitale umano e a rinnovare rapporti sociali basati sulla fiducia, secondo il significato originario della parola “credito” (Comunicazione della Commissione europea – 20/12/2007). Infatti, la Commissione europea si è già resa disponibile a dare impulso e coordinare azioni a livello europeo che fanno leva sulla partecipazione delle parti interessate e delle istituzioni nazionali ed europee. Innanzitutto, l’istituzione Ue prevede la nascita di una struttura specifica per il microcredito, per fornire assistenza tecnica e finanziamenti agli Istituti microfinanziari non bancari negli Stati membri e potenziarne l’offerta. Tale nuova struttura dovrebbe essere amministrata nell’ambito del Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI), partner della Commissione nel campo del microcredito tramite JEREMIE (Joint European Resources for Micro and Medium Enterprises), attivo dal 2005, sfruttando le potenzialità insite in questa già esistente attività. Il sostegno finanziario dovrebbe arrivare dall’attuale bilancio per l’assistenza tecnica dei Fondi strutturali (dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – FESR) gestiti dalla Commissione europea.

Secondo le stime basate su dati Eurostat, la domanda potenziale di microcredito nell’UE potrebbe ammontare a più di 700.000 nuovi prestiti, pari a un importo di circa 6,1 miliardi di euro nel breve termine. Nell’UE il microcredito implica prestiti inferiori a 25.000 euro, ma di solito la media è pari a poco più di 10.000 per l’UE-15, mentre ammonta a 3.800 nei nuovi Stati membri. Il microcredito è concepito per le microimprese che occupano meno di 10 persone (il 91% di tutte le imprese europee), nonché per i disoccupati o le persone non attive che desiderino avviare un’attività autonoma ma non hanno accesso ai tradizionali servizi bancari, si rivolge, quindi, a quel segmento di mercato che non interessa le banche (i cosiddetti “non-bankable”). Come sostiene la Commissione europea, nei Paesi con minoranze etniche consistenti, ad esempio in Europa centrale, o in quelli che attirano un elevato numero di migranti, il microcredito potrebbe svolgere un ruolo significativo di integrazione dei rispettivi gruppi, sia a livello economico che sociale.
Si fa strada, con tali iniziative e dichiarazioni delle istituzioni Ue, l’esigenza di agire con strumenti a livello europeo per valorizzare al meglio il potenziale di sviluppo economico e di coesione sociale insito nel concetto stesso di “microcredito”.

Dario Porta

(15 maggio 2008)
 

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