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Permesso di soggiorno a punti: politiche inadeguate

by Redazione

Prosegue l’iter del disegno di legge in materia di sicurezza pubblica in corso di esame in commissione al Senato. E numerosi sono gli emendamenti presentati; proposte che fanno riflettere come per il pacchetto di emendamenti “Sicuri a casa propria” della Lega Nord.

Si parla di permesso di soggiorno a punti per cui allo straniero regolare vengono concessi 10 crediti che saranno decurtati in caso di violazione della legge fino ad arrivare alla revoca del documento e all’espulsione; al contrario, i cittadini immigrati che dimostreranno nel tempo di rispettare la legge potranno anche incrementare il punteggio assegnato. Allo straniero che vuole ottenere o conservare il permesso di soggiorno viene chiesto, oltre al rispetto delle leggi, la conoscenza della lingua e in generale un buon livello di integrazione sociale. Il Carroccio avanza, inoltre, la proposta di referendum comunali per la realizzazione di nuovi campi nomadi o per la costruzione di moschee o altri luoghi di culto relativi a religioni che non hanno ancora raggiunto intese con lo Stato e l’istituzione del «Fondo per la prevenzione dei flussi migratori», presso il ministero degli Esteri. Stretta anche sui matrimoni misti: nessuno straniero potrà contrarre matrimonio senza aver ottenuto il titolo di soggiorno.
È, poi, presentato un emendamento che comporta l’aggravamento delle sanzioni per i reati di violazione di domicilio, furto, rapina e minacce. Si prevede, infine, di estendere l’obbligo di esibire il permesso di soggiorno anche agli atti di stato civile e all’accesso ai pubblici servizi per i quali oggi non è contemplato e di eliminare, in campo di assistenza sanitaria, il divieto di segnalazione alle autorità dello straniero non in regola da parte delle strutture sanitarie.

È chiaro come ancora una volta si propongono politiche inadeguate rivolte non certo alla impellente e necessaria gestione della realtà migratoria, ma alla stigmatizzazione di un fenomeno, concepito quale male in sé, come il nome del Fondo «per la prevenzione dei flussi migratori» evidentemente mostra.

Ma questa volta si è andato ancora più in là, oltre.
Non solo perché si alimentano, in modo strumentale, xenofobia e razzismo per logiche demagogiche o per opportunismo politico, individuando il nemico comune ed esacerbando paura e senso di incertezza. Questa volta si è andato oltre in quanto si nega la centralità dei diritti della persona, se ne riduce, se non addirittura se ne ridicolizza, la dimensione umana. Considerare il permesso di soggiorno un documento a punti come accade per la patente o ostacolare il diritto all’assistenza sanitaria, rappresentano delle misure non solo di cattiva gestione, ma di negazione della dignità umana.
Le misure preventive e di repressione occorrono per contrastare l’immigrazione illegale e ogni forma di criminalità ad essa connessa, ma i diritti della persona, a qualsiasi nazionalità appartenga, non vanno toccati. Si fomentano xenofobia e classismo, si formalizzano le diseguaglianze e si acuisce il disagio sociale, questo perché si attuano politiche che non hanno più come fine ultimo l’uomo, i suoi legittimi diritti e suoi inderogabili doveri, ma, al contrario, si limitano a concepire  l’individuo solo come uno strumento per la realizzazione di progetti “particolari”.

Maria Carla Intrivici

(15 ottobre 2008)


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