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Programma comune di reinsediamento UE

by Redazione

Dopo le ultime tragedie in mare, durante le quali hanno perso la vita numerose persone nella traversata verso l’Europa, la Commissione europea, la scorsa settimana, ha proposto di istituire un “Programma comune di reinsediamento UE”.
L’obiettivo a cui si tende è quello di «trasformare il reinsediamento all’interno dell’Unione in uno strumento più efficace per offrire protezione ai rifugiati, aumentando la cooperazione politica e pratica tra gli Stati membri».

L’iniziativa riguarda il reinsediamento in uno Stato membro dell’Ue di rifugiati provenienti da Paesi terzi; ovvero il trasferimento dal Paese di primo asilo a un altro Paese, a cui si fa ricorso, come extrema ratio, solo quando la persona non può tornare nello Stato di origine né rimanere in condizioni di sicurezza nel Paese terzo ospitante.
La grande maggioranza dei rifugiati nel mondo si trova, infatti, in Paesi in via di sviluppo dell’Asia e dell’Africa, con risorse limitate e incapaci di assorbire elevati flussi di stranieri che chiedono protezione. Secondo gli ultimi dati dell’UNHCR, dei circa 10 milioni di rifugiati nel mondo, 203.000 avranno necessità di essere reinsediati solo nel 2010. Lo scorso anno alcuni Stati hanno offerto la possibilità di reinsediarsi a circa 65.000 rifugiati, dei quali 4.378, pari al 6,7%, sono stati reinsediati in uno dei Paesi dell’Ue.
Le esigenze di reinserimento stanno crescendo, a fronte di una disponibilità di accogliere da parte degli Stati non adeguatamente corrispondente.
Attualmente, nell’Ue, 10 Stati membri partecipano ogni anno al reinsediamento, mentre altri effettuano reinsediamenti ad hoc, senza che queste attività siano svolte secondo livelli opportuni di consultazione e coordinamento.

In questo scenario, il “Programma comune di reinsediamento UE” punta proprio a creare «una più stretta cooperazione politica e pratica tra gli Stati membri, in modo da aumentare l’efficacia e la convenienza delle attività di reinsediamento, ma anche la loro incidenza umanitaria e strategica». Il meccanismo che si intende creare dovrà consentire di definire annualmente le priorità comuni per il reinsediamento e dovrà permettere un uso più efficace dell’assistenza finanziaria a disposizione dei Paesi Ue attraverso il Fondo europeo per i rifugiati. Le procedure di identificazione e di accoglienza delle persone da reinsediare saranno svolte congiuntamente e sostenute dall’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo, approvato dal Consiglio europeo lo scorso giugno e operativo dal prossimo 2010.
Gli Stati membri decideranno su base volontaria se partecipare o meno al reinsediamento e, in caso positivo, quanti cittadini stranieri accogliere.

Per quanto concerne il reinsediamento di rifugiati all’interno dell’Unione tra gli Stati membri per scopi di solidarietà intracomunitaria, la Commissione sta avviando un progetto pilota per trasferire beneficiari di protezione internazionale da Malta ad altri Pesi Ue.

Maria Carla Intrivici

9 settembre 2009


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