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Programmi politici e il tema dell’immigrazione

by Redazione

Nei programmi politici si affronta il tema dell’immigrazione più o meno timidamente, più o meno approfonditamente, indubbiamente con slogan e frasi ad affetto.

Nel programma del Partito Democratico si parla di governare l’immigrazione, non subirla, con la messa in atto di politiche volte a favorire la regolarità dell’ingresso e della permanenza sul territorio nazionale dei cittadini stranieri, con una semplificazione delle procedure di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno e più rigorose misure di contrasto contro clandestinità e criminalità. Modalità d’azione principale è la riforma della legge Bossi-Fini, proposta politica avanzata anche dalla Sinistra Arcobaleno, che ne chiede specificatamente l’abolizione, insieme alla chiusura dei Centri di permanenza temporanea ed assistenza e all’introduzione dell’ingresso per ricerca di lavoro.
In entrambi i programmi è previsto il riconoscimento del diritto di voto amministrativo per i cittadini non comunitari, presente anche nelle proposte politiche dell’UDC.

A destra ricorre il tema della “sicurezza”.
Per il Pdl occorre adottare misure più efficaci nel contrasto all’insediamento abusivo di nomadi, all’allontanamento di chi è privo di mezzi di sostentamento legali e di regolare residenza e procedere all’apertura di nuovi Centri di permanenza temporanea e assistenza. Viene, inoltre, confermato il collegamento stabilito nella Legge Bossi-Fini fra permesso di soggiorno e contratto di lavoro. Posizioni che diventano più radicali nei programmi della Lega e la Destra, in cui si ribadisce il  no a qualsiasi riduzione dei tempi necessari all’ottenimento della cittadinanza italiana e al diritto di voto amministrativo per i residenti privi di cittadinanza.

Di seguito i programmi nel dettaglio.

Partito Democratico
Affinché l’immigrazione sia vissuta non come una minaccia, ma come un’opportunità, è necessario che essa sia governata e non subita.
La legge Bossi-Fini produce immigrazione irregolare. Deve essere introdotta una modalità d’ingresso sponsorizzata e garantita da associazioni certificate e da enti locali, che permetta – entro limiti temporali prestabiliti – la ricerca di lavoro. Nell’ambito di una programmazione imperniata su una corretta lettura del fabbisogno di forza lavoro e di sostenibilità sociale dei nuovi ingressi, la politica migratoria deve incoraggiare l’afflusso di lavoratori con profili professionali di qualità.
Si deve procedere all’estensione della durata dei permessi di soggiorno, alla semplificazione delle modalità dei rinnovi, alla conservazione delle prerogative del soggiornante regolare nelle more dei rinnovi, a prestare la massima cura nel rendere efficienti, produttivi e rapidi i meccanismi amministrativi, passando la responsabilità dei rinnovi ai comuni.
E’ necessario un patto di cittadinanza con gli immigrati, basato su un sistema chiaro di diritti e di doveri, con al centro i valori fondanti della nostra Costituzione. Si deve poi prevedere la concessione del diritto di voto amministrativo dopo un congruo periodo di residenza regolare (cinque anni) su richiesta degli interessati (in analogia al trattamento previsto dalla normativa per i comunitari). Quindi, una riforma delle norme sulla cittadinanza che introduca il principio dello jus soli, affinché i bambini nati o cresciuti in Italia possano acquisire la cittadinanza italiana e che contempli una verifica dell’integrazione sociale e linguistica dell’immigrato per il conseguimento della cittadinanza.
Favorire la regolarità dell’ingresso e della permanenza nel Paese e contrastare duramente la clandestinità e la criminalità.
Dare migliore efficacia ed effettività ai provvedimenti di espulsione ed organizzare un sistema di contrasto della clandestinità in cui siano presenti i Centri di Identificazione e Garanzia per la determinazione dell’identità degli irregolari, al fine di permetterne il rimpatrio, che va sostenuto anche con programmi di rimpatrio volontario ed assistito attraverso il Fondo Rimpatri.
Le donne straniere che denunciano violenze familiari devono ricevere un permesso di soggiorno per motivi di protezione umana.

Popolo della libertà
Più sicurezza. Contrasto all’insediamento abusivo di nomadi e allontanamento di tutti coloro che risultino privi di mezzi di sostentamento legali e di regolare residenza.
Lotta al terrorismo interno ed internazionale, anche attraverso lo stretto controllo dei centri collegati alla predicazione fondamentalista.
Iniziativa del Governo italiano in Europa contro nuove sanatorie per i clandestini; apertura di nuovi Centri di permanenza temporanea per i clandestini; contrasto dell’immigrazione clandestina, attraverso la collaborazione tra governi europei e con i paesi di origine e transito degli immigrati; precedenza per l’immigrazione regolare ai lavoratori dei paesi che garantiscono la reciprocità dei diritti, impediscono la partenza di clandestini dal proprio territorio e accettano programmi comuni di formazione professionale nei loro paesi;  conferma del collegamento stabilito nella Legge Bossi-Fini fra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, contrasto dello sfruttamento illegale del lavoro degli immigrati; incentivi alle associazioni, alle scuole e agli oratori per la conoscenza della lingua, della cultura e delle leggi italiane da parte degli immigrati.

Sinistra arcobaleno
Abolizione della legge Bossi-Fini e approvazione di una nuova normativa che introduca l’ingresso per ricerca di lavoro con garanzia di terzi, meccanismi di regolarizzazione permanente, riconoscimento del diritto di voto alle elezioni amministrative, la chiusura dei CPT, una legge sulla cittadinanza sulla base del principio dello jus soli e con tempi dimezzati per ottenerla; un provvedimento di regolarizzazione per chi è rimasto escluso dall’ultimo decreto flussi.

Italia dei valori
Sicurezza. Rimpatrio immediato ed effettivo degli immigrati clandestini e obbligo, per quelli condannati, di scontare le pene nei Paesi d’origine.

Unione di Centro
Immigrazione extracomunitaria controllata e condizionata alla disponibilità di lavoro, abitazione e regolarizzazione fiscale. Integrazione nel rispetto non solo della legge ma anche della cultura e della tradizione italiane, diritto di voto alle elezioni amministrative.
Previsione di una effettiva e celere espulsione degli stranieri autori di reati.

La Destra
Subordinare la concessione del “permesso di soggiorno lavorativo” alla firma di accordi bilaterali con gli Stati di origine relativamente allo scontare nelle carceri di quei paesi le pene per eventuali reati commessi in Italia dagli immigrati. Rilevazione delle impronte digitali e del DNA per tutti gli stranieri extracomunitari che chiedano un permesso di soggiorno superiore ai 6 mesi di permanenza sul territorio nazionale. Mappatura completa del fenomeno migratorio in Italia e blocco di ogni ipotesi di sanatoria più o meno mascherata.
Ospitalità nei campi nomadi inderogabilmente legata alla dimostrazione della possibilità di mantenimento per sé e il proprio nucleo familiare. Espulsione reale ed immediata con provvedimento del Prefetto di tutti i clandestini che girano in Italia senza regolare permesso di soggiorno. Applicazione del reato di riduzione in schiavitù nei confronti degli scafisti.
Albo delle moschee e registro pubblico degli Imam. Edificazione di luoghi di culto estranei alle ipotesi concordatarie subordinata all’approvazione del Ministero dell’Interno altrochè all’autorizzazione del Sindaco e introduzione per legge dell’obbligo di pronunciare i sermoni in lingua italiana allo scopo di scongiurare il fomento dell’integralismo religioso. Divieto di indossare il velo islamico nelle scuole e comunque alle minorenni.
No a qualsivoglia riduzione dei tempi necessari all’ottenimento della cittadinanza italiana.
No al diritto di voto amministrativo per i residenti privi di cittadinanza. Preferenza nazionale nell’assegnazione degli alloggi e nella scuola di ogni ordine e grado, a partire dagli asili nido e dalla scuola materna. No all’insegnamento del Corano o di qualsivoglia altra Religione diversa da quella Cattolica nelle scuole statali e introduzione dell’obbligo di studiare la cultura e la civiltà giuridica del nostro Paese.

Lega Nord
Legare la residenza anagrafica alla salubrità dell’alloggio, alla reale dimostrazione di un lavoro e di un reddito minimo proveniente da fonti lecite e prevedere un generale riordino della normativa che disciplina l’anagrafe, la residenza, l’ospitalità e le comunicazioni di cessione di fabbricati.
Regolamentare e controllare le dichiarazioni di “ospitalità” temporanee effettuate da stranieri, anche mediante il monitoraggio del sovraffollamento degli alloggi, indicando un numero massimo di persone che possono risiedere in ciascun alloggio e prescrivere alla Questura l’organizzazione di un archivio unico informatico. Ampliare i poteri dei Sindaci affinché l’azione di contrasto all’immigrazione clandestina sia quanto più effettiva e adeguata alle diverse realtà locali e sia garantito un reale e capillare controllo del territorio; riconoscere il potere di espulsione dei clandestini al Sindaco; rendere più rigorosi i requisiti di ingresso per i cittadini extracomunitari, subordinando il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno all’acquisizione dei rilievi fotodattiloscopici dei richiedenti ed al superamento di un test di conoscenza delle nostre lingue, culture e tradizioni; garantire la certezza della pena e potenziare il sistema carcerario, facendo scontare agli stranieri le condanne nei loro Paesi d’origine; prevedere che nelle moschee sia usata la lingua italiana; consentire i ricongiungimenti familiari solo in seguito all’esito di un test del DNA che accerti, in maniera inequivocabile, l’effettivo vincolo di parentela dei soggetti richiedenti; non concedere il diritto di voto ai cittadini extracomunitari per le elezioni amministrative e politiche; consentire l’acquisizione della cittadinanza solo a chi risiede ininterrottamente in Italia da almeno dieci anni e abbia anche superato un esame di conoscenza delle nostre lingue, culture e tradizioni, che attesti l’effettiva integrazione del soggetto nella comunità ospitante; vietare la celebrazione di matrimoni in assenza del permesso di soggiorno; vincolare all’esito di un referendum della popolazione locale la possibilità di costruire o ampliare moschee ed analoghi centri di aggregazione, che devono, comunque, essere sottoposti, preventivamente e successivamente, a regolari e rigorosi controlli urbanistici e igienico – sanitari; richiedere che nel Trattato sull’Unione europea sia inserito un richiamo esplicito alle comuni radici cristiane dell’Europa, in quanto fattore di coesione e unità, anche spirituale, del continente; utilizzare le forze armate anche per presidiare i confini italiani al fine di contrastare l’ingresso di clandestini; aumentare il numero dei CPT; prevedere sanzioni nei confronti dei paesi che non rispettano gli accordi bilaterali.

Maria Carla Intrivici

(19 marzo 2008)


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