Rigore, integrazione e voto, la proposta del PD
by Redazione
Posted on Ottobre 6, 2008
“Rigore e integrazione costituiscono gli assi portanti della riforma dell’immigrazione e della condizione dello straniero in Italia recati dal testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286» è quanto si legge nella relazione introduttiva al progetto di legge di riforma costituzionale presentato da Walter Veltroni, Livia Turco e altri esponenti del PD sul riconoscimento del diritto di voto ai cittadini stranieri residenti sul nostro territorio. «Con lo stesso impegno – si legge ancora – con cui si persegue il contrasto dell’immigrazione clandestina si devono predisporre nuove opportunità per l’integrazione: ciò che deve essere perseguito è un patto tra italiani e immigrati basato sul riconoscimento di diritti e doveri».
Lotta all’immigrazione clandestina, quindi, ma sono necessarie anche concomitanti politiche di accoglienza e integrazione, di partecipazione e rappresentanza, nel rispetto reciproco di obblighi e doveri. In particolare la centralità del diritto di voto ai cittadini stranieri inteso come veicolo di coesione sociale, come opportunità di inclusione e riconoscimento di un diritto fondamentale a chi partecipa attivamente allo sviluppo economico e sociale della comunità di cui si è parte.
Nello specifico, con il provvedimento si intendono modificare gli articoli 48, 50, 51 e 75 della Costituzione. Con l’articolo 1, si riconosce il diritto di elettorato attivo e passivo, nelle elezioni amministrative e nelle altre elezioni locali, ai cittadini stranieri regolarmente residenti in Italia da «oltre cinque anni». Chi risiede regolarmente in Italia, indipendentemente dall’anzianità del soggiorno – recita l’art. 2 – può presentare petizioni alle Camere tramite cui «chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità». Ai sensi dell’art. 3, si prevede l’accesso degli stranieri agli uffici della Pubbliche amministrazione che erogano servizi sanitari e sociali, ad esclusione di quelli previsti nell’ambito delle funzioni di pubblica sicurezza, della giustizia e della difesa dello Stato. Con l’articolo 4, infine, si intende far sì che stranieri regolarmente residenti da oltre cinque anni possano partecipare ai referendum nelle materie delle autonomie locali.
Il progetto di legge, assegnato alla 1ª Commissione permanente (Affari costituzionali) in sede referente, deve ancora iniziare l’esame, iter che si prospetta di difficile attuazione.
(6 ottobre 2008)
Maria Carla Intrivici
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