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Romania e Bulgaria: permangono le misure transitorie

by Redazione

Anche per il 2009 permangono le restrizioni per l’accesso al mercato del lavoro dei cittadini romeni e bulgari. È quanto stabilito da una circolare del Ministro dell’Interno, concertata con il Ministro del lavoro, che proroga il regime transitorio fino al 31 dicembre 2009.

La libera circolazione delle persone è una delle libertà fondamentali garantite dal diritto comunitario, oltre che un elemento essenziale del mercato interno e della cittadinanza europea; tuttavia, il trattato di adesione di Romania e Bulgaria ha consentito a ciascuno Stato membro, secondo misure e politiche differenti, di imporre alcune limitazioni alla libera circolazione dei lavoratori neocomunitari per un periodo transitorio dopo il 1° gennaio 2007, anno di ingresso dei due Paesi nell’Unione europea.
Le misure transitorie si applicano a tutti i cittadini bulgari e romeni che intendono stipulare un contratto di lavoro o cercare un impiego in uno Stato comunitario; non riguardano, invece, chi intende risiedere nell’Ue per motivi di studio o desidera stabilirsi come lavoratore autonomo.

In Italia, le assunzioni di lavoratori bulgari e romeni sono liberalizzate in alcuni specifici settori: l’agricolo, turistico alberghiero, domestico e di assistenza alla persona, edile, metalmeccanico, dirigenziale e altamente qualificato, stagionale; settori in cui i contratti di lavoro si possono stipulare direttamente, senza chiedere alcuna autorizzazione, a parità di condizioni con tutti gli altri cittadini comunitari.
Negli altri casi, invece, si procede mediante una “procedura semplificata”, con la necessità del rilascio del nulla osta da parte dello Sportello Unico per l’Immigrazione. Non sono, comunque, previsti tetti numerici imposti.

Secondo quanto stabilito in sede Ue, ciascuno Stato membro potrà continuare ad applicare le misure nazionali per un periodo massimo di altri tre anni, oltre i primi due successivi all’adesione di Romania e Bulgaria. La libera circolazione dei lavoratori dovrebbe, quindi, avvenire dopo 5 anni, ossia il 1° gennaio 2012. Tuttavia, gli Paesi membri potranno chiedere alla Commissione l’autorizzazione a continuare ad applicare misure transitorie per altri due anni, ma unicamente in caso di gravi perturbazioni del mercato nazionale del lavoro.
A partire dal 2014 – ossia sette anni dopo l’adesione dei due Paesi – vi sarà piena libertà di circolazione di tali lavoratori in tutta l’Ue.

Maria Carla Intrivici

12 gennaio 2009

 


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