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Sarkozy e il Patto per l’immigrazione

by Redazione

 

Il tema dell’immigrazione diviene centrale nelle proposte francesi all’Unione europea in vista della presidenza della Francia nel luglio 2008 per il prossimo semestre.

 

Sarkozy parla di un “Patto per l’immigrazione” e soprattutto di contrasto all’immigrazione clandestina, concentrando l’attenzione su un tema di grande attualità in tutti gli Stati membri e rispondendo alle impellenti richieste di azioni comuni per il governo di un fenomeno complesso e di difficile gestione. Patto che il Presidente francese presenterà il 19 e 20 giugno a Bruxelles, in occasione del summit dei capi di stato e di governo.

L’obiettivo è quello di redigere un progetto normativo vincolante per i 27 Paesi membri per una politica comunitaria degli spostamenti umani, finora materia gelosamente oggetto della sovranità di ciascuno Stato.

Il Patto proposto dal capo dell’Eliseo segue diverse direttrici.

Innanzitutto si prevede il rafforzamento del controllo delle frontiere dell’Unione europea attraverso il potenziamento della specifica agenzia europea preposta a tal fine, il Frontex, ma anche mediante il rilascio di soli permessi biometrici. Si propone una politica comune per l’espulsione e il rimpatrio dei clandestini in base al progetto di direttiva Ue per cui la detenzione potrà essere estesa a 18 mesi, salvo modifiche, e misure più restrittive per i richiedenti asilo. Altro punto indicato è la necessità di una maggiore collaborazione con i Paesi  di origine e di transito dei flussi migratori per favorirne lo sviluppo di tali realtà e per bloccare il passaggio o l’esodo della popolazione verso l’Unione.

Nel documento, inoltre, si specifica che i membri dell’Ue dovranno proporre a chi otterrà un lavoro al loro interno un «contrattato di integrazione a carattere obbligatorio» che comprenda corsi di lingua italiana e di apprendimento delle «identità nazionale e i valori europei, come l’uguaglianza tra uomo e donna».

L’ipotesi di Sarkozy di arrivare in Europa ad una «immigrazione selezionata e concertata» comune a tutti gli Stati membri è complessa e di non facile attuazione per la delicatezza del tema, ma anche per la riluttanza di ciascun Stato ad accettare l’ingerenza delle istituzioni europee nell’ambito degli affari interni.

Maria Carla Intrivici

(30 maggio 2008)


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