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Secondo “Patto per Roma sicura”

by Redazione

 

Firmato ieri, a Palazzo Valentini, il secondo “Patto per Roma sicura” dal Sindaco di Roma G. Alemanno, dal Prefetto C. Mosca e dai Presidenti della Regione Lazio P. Marrazzo e della Provincia di Roma N. Zingaretti, alla presenza del Ministro dell’Interno R. Maroni. Il documento è stato siglato quasi contemporaneamente all’emanazione del decreto del Viminale (di concerto con il Ministro della Difesa) denominato “Piano d’impiego delle forze armate”, in seguito all’approvazione definitiva del decreto legge n. 92/2008, relativamente ai provvedimenti attuativi sulla «sicurezza urbana e l’incolumità pubblica».

 

«Garantire il diritto alla sicurezza e alla qualità della vita urbana grazie all’azione congiunta di più livelli di governo», questo è l’obiettivo dichiarato dal Patto, soprattutto attraverso l’azione di lotta e di contrasto al crimine organizzato, alla mafia, ai fenomeni criminali come furti, rapine, riciclaccio ed usura eliminando progressivamente forme di degrado ed illegalità: in particolare, lo sfruttamento della prostituzione, il lavoro clandestino, l’accattonaggio, la contraffazione delle merci e l’abusivismo commerciale.

Il Prefetto, I Presidenti della Regione e della Provincia ed il Sindaco di Roma si impegnano a concordare e porre in essere, secondo le rispettive competenze, un piano d’azione secondo “un modello di sicurezza partecipata”, ciò grazie ad «un’efficace strategia basata su una “mappa del rischio” da aggiornare costantemente a cura del Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza». Il Sindaco ed il Prefetto, inoltre, potranno intervenire sul territorio con proprie ordinanze facendo riferimento a tale quadro di criticità.
In particolare, il Prefetto ha un ruolo importante: Presidente del Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza, Commissario delegato per l’emergenza Rom nel territorio del Lazio e con il compito di costituire un Gruppo di lavoro ad hoc per attuare il “Patto”, monitorando lo sviluppo di eventuali progetti e provvedendo a creare una “rete civica informativa per la sicurezza”. Infine, il Rappresentante del Governo si occuperà del recupero delle disponibilità e della rimoludazione organizzativa dei presidi di Polizia.
Il “dispositivo di sicurezza” delineato prevede l’impiego di trecento unità tra Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Corpo Forestale dello Stato, mentre seicentottantotto militari saranno impiegati su presidi fissi e per la vigilanza esterna del Centro di Identificazione ed espulsione di Ponte Galeria; è contemplato l’utilizzo di ulteriori duecento soldati.
In effetti, il decreto ministeriale stabilisce il dispiegamento in alcune Provincie di complessive tremila unità appartenenti all’Esercito, alla Marina Militare, all’Aeronautica Militare e all’Arma dei Carabinieri con compiti militari, che opereranno in concorso e congiuntamente alle forze di Polizia nei presidi fissi e nel pattugliamento e perlustrazione delle aree urbane. Saranno comunque i Prefetti a definire l’attività delle pattuglie militari.

Il Sindaco di Roma, dove sono destinati la maggior parte dei militari, ha voluto assicurare che non intende militarizzare la Città. Al momento sono previste dal provvedimento sulla capitale: 195 unità militari nei servizi di pattugliamento, mentre per i servizi di vigilanza agli obiettivi presenti 797 unità, 60 nei “Centri per immigrati”. Il Comune si impegna a realizzare “la sala sistema Roma” ed il numero verde “SOS degrado e Sicurezza” in cui le competenze e le attività di Roma dovranno essere interconnesse con le sale operative delle Forze dell’Ordine con sistemi telematici e reti di comunicazione di controllo di tutti gli attori del Patto. Il Sindaco agirà in raccordo con il Prefetto al fine di «dell’identificazione dei senza fissa dimora negli insediamenti regolari e abusivi, il relativo sgombero dagli stessi…l’individuazione di soggetti destinatari di provvedimenti di allontanamento e di espulsione nei confronti di cittadini non comunitari clandestini e cittadini comunitari che delinquono o sono pericolosi».

I Presidenti di Regione e Provincia interverranno da una parte nell’ambito della riqualificazione urbana, nei dispositivi di “sorveglianza passiva”, nei controlli sulla legalità degli appalti e delle attività commerciali nonché sulle norme di sicurezza al lavoro, dall’altra promoveranno progetti di inclusione sociale collaborando con le istituzioni scolastiche e l’associazionismo. Gli interventi nel quadro del Patto saranno finanziati dagli Enti territoriali che ne gestiranno autonomamente le disponibilità. La Regione si impegna per un finanziamento di undici milioni di euro in tre anni, la Provincia per tre milioni, il Comune per dieci milioni di euro.

Dario Porta

(30 luglio 2008)


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