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Soggiorni brevi – abolizione dei permessi

by Redazione

Dopo l’ok quasi unanime del Senato, al vaglio della Camera l’abolizione della richiesta del permesso di soggiorno per cittadini stranieri che per visite, affari, turismo e studio si trattengono in Italia per un periodo inferiore a tre mesi e la sostituzione con una dichiarazione di presenza.

Un disegno di legge ad hoc, presentato dai senatori ulivisti Enzo Bianco e Giannicola Sinisi, intende porre fine al cammino accidentato – anche a causa dell’ostruzionismo dell’opposizione – di alcune modifiche alla normativa sull’immigrazione, già esaminati da due disegni di legge di conversione di decreti-legge, al fine di dare al più presto attuazione agli obblighi comunitari, rimediando pure a due procedure di infrazione da Bruxelles.

Con la modifica degli articoli 4, 5 e 13 al momento dell’ingresso o, in caso di provenienza dai Paesi Schengen, entro otto giorni, il migrante dovrà dichiarare la sua presenza, rispettivamente all’autorità di frontiera o al questore della provincia in cui si trova, secondo modalità che saranno disciplinate da un decreto del Ministero dell’Interno. Il termine di durata del soggiorno consentito sarà quello indicato nel visto di ingresso, per cui il cittadino straniero che non abbia dichiarato la sua presenza secondo le procedure previste e/o si sia trattenuto nel territorio italiano oltre i tre mesi, o il minore termine indicato nel visto sarà espulso ai sensi del modificato art. 13.

D’altra parte il decreto-legge del 15 febbraio scorso già in vigore, anche se non convertito in legge, consente comunque a chi rimane in Italia meno di 90 giorni di dichiarare la sua presenza alla frontiera o in questura, senza l’obbligo della richiesta del permesso di soggiorno.

Queste ultime modifiche alla Bossi-Fini, si aggiungono ad altre – il d.lgs. 3/2007 (che attua la direttiva europea 2003/109) sui soggiornanti di lungo periodo, il d.lgs. 5/2007 sul ricongiungimento familiare (che attua la direttiva europea 2003/86) – che finalmente adempiono agli obblighi dell’Unione Europea.

La riforma organica della normativa sull’immigrazione non è più rinviabile se si vuole – come già detto, ma repetita iuvant – governare il fenomeno migratorio in modo razionale, eliminando eccessive rigidità del sistema e promuovendo l’immigrazione regolare.

(26 marzo 2007)

Dario Porta


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