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Summit Fao: impegni e disaccordi

by Redazione

 

Si è concluso il vertice Fao a Roma sulla “crisi alimentare”. I delegati dei Paesi partecipanti si sono impegnati ad accrescere il loro impegno contro la fame e per sviluppo della produzione agricola.

 

In effetti, sul piano dei principi, Paesi ricchi e Paesi poveri si trovano d’accordo, il diritto al cibo e la lotta alla fame vengono enunciati a chiare lettere nei documenti ufficiali del summit. Difficile, è invece, il confronto sugli strumenti da utilizzare nei vari settori coinvolti; di conseguenza, i punti in discussione, non sono pochi anche in questo ultimo vertice internazionale.

I Paesi ricchi sostengono l’inserimento delle questioni agricole nei meccanismi del commercio globale, mentre quelli ancora chiamati in via di sviluppo (Pvs) paventano che i mercati più deboli possano essere schiacciati dai processi di liberalizzazione economica che riducono le barriere commerciali a loro svantaggio, senza intaccare le sovvenzioni agli agricoltori americani ed europei.
Per quanto riguarda gli aiuti, il c.d. Occidente ricco mostra una visione ancora emergenziale degli stessi favorendo per di più un modello di sviluppo che non incide positivamente sugli interessi delle popolazioni che dovrebbero direttamente beneficiarne.
D’altra parte, il sostegno all’agricoltura familiare ed ai mercati locali sembra farsi strada come visione strategica; non ultima la dichiarazione del Presidente della Banca mondiale che invita a togliere i divieti alle esportazioni e a proteggere i consumatori poveri. La Fao ha chiesto uno sforzo economico per contrastare l’impennata dei prezzi alimentari presentando un piano con azioni specifiche che l’organizzazione internazionale coordinerà, sulla produzione agricola, lo sviluppo dei mercati, la riduzione delle perdite e la produzione di scorte.

Altro tema sul tappeto, la questione dei biocarburanti che vede su fronti opposti da una parte le Nazioni produttrici come Stati Uniti e Brasile, in primo luogo, e, dall’altra la maggioranza dei Paesi africani, sostenuti da varie organizzazioni internazionali, i quali chiedono che le coltivazioni siano destinate solo a scopi alimentari.

Il famoso impegno di dimezzare la fame entro il 2015 come obiettivo del Millennio rimane ancora sulla carta: circa 850 milioni di persone nel mondo soffrono la mancanza di cibo, di queste 820 milioni vivono nei c.d. Paesi in via di sviluppo, i più colpiti dai cambiamenti socio economici e climatici.

Dario Porta

(6 giugno 2008)


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