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Suoni di cittadinanza e di dialogo interreligioso

by Redazione

Di Bernadette Fraioli

Nessun Luogo è Lontano ha promosso, nell’ambito del progetto “Geppo l’ha fatta Grossa” (finanziato dal dipartimento promozione dei servizi sociali e della salute, legge 285/97, Roma capitale), laboratori musicali, teatrali, di educazione alla cittadinanza e al dialogo interreligioso.

Le attività sono stati realizzate presso la sede di via Policastro 45, nel cuore di Tor Pignattara, quartiere multietnico e multireligioso per eccellenza. Infatti, la maggior parte degli abitanti che lo popolano provengono da varie parti del mondo, soprattutto dal Bangladesh e dalla Cina.

I destinatari del progetto “Geppo l’ha fatta grossa” rispecchiano proprio queste origini, essendo per lo più minori di seconda generazione nati e cresciti in Italia da genitori bengalesi e cinesi.

I laboratori sono quindi nati dalle esigenze spontanee dei ragazzi di trattare tematiche a loro care, che toccano il loro quotidiano, il loro “esserci” nella società italiana.

Un “esserci” complesso, in bilico tra culture, appartenenze e identità in divenire. Un “esserci” nuovo, pieno di colori, sfumature, suoni e tanto rumore. Il rumore che fanno le differenze, quel rumore che può alimentare le intolleranze ma al tempo stesso dare vita a nuove, intense emozioni.

Emozioni che Nessun Luogo è Lontano ha assorbito, trattenuto e preservato con cura, fino al tentativo di dare loro voce, attraverso il linguaggio universale della musica, della mimica, della recitazione, del dialogo fatto di gesti, ma anche di importanti, preziose parole.

È nato così un percorso, che ha visto in un primo momento l’approfondimento su tematiche relative alla cittadinanza e all’importanza del riconoscimento della pienezza dei diritti civili e politici verso chiunque viva stabilmente su un territorio e contribuisca attivamente alla crescita sociale, culturale ed economica del Paese.

Si è riflettuto quindi sul significato e sulle varie forme di discriminazione, un trattamento non paritario attuato nei confronti di un individuo in virtù della sua appartenenza ad una particolare categoria.

Il laboratorio è stato svolto con letture di articoli, filmati e la partecipazione a eventi sul diritto di cittadinanza, come la nota manifestazione “Ramazza Arcobaleno”, in cui tante generazioni di ogni età e colore hanno spazzato via, insieme, il razzismo e l’intolleranza.

Sono stati inoltre letti alcuni articoli della Costituzione Italiana e riflettuto sui loro contenuti. Cos’è dunque l’uguaglianza sociale se non la situazione in cui tutti gli individui, senza alcuna distinzione, posseggono lo stesso stato di rispettabilità sociale e parità diritti secondo la legge?

Uno di questi diritti è quello di preservare la propria libertà religiosa, scelta che appartiene alla sfera intima, alla coscienza, al sistema valoriale di riferimento e che, specie in contesti migratori, può assumere ancora più importanza.

Infatti, se è vero che spostandosi da una parte all’altra del mondo cambiano le categorie, gli schemi interpretativi, la lingua e le abitudini, la religione resta ed è spesso il legame più forte con la propria identità, in parte perduta nel viaggio.

Proprio per questo motivo è nata l’esigenza di approfondire i valori veicolati dalle religioni più conosciute in Europa, quali il Buddhismo, il Cristianesimo, l’Ebraismo, l’Induismo e l’Islam, attraverso la realizzazione di un laboratorio sul dialogo interreligioso.

Per mezzo di letture di brevi estratti biblici, di mantra e di sure coraniche, attraverso il racconto personale dei ragazzi e la condivisione di sentimenti ed esperienze religiose, si è toccato il tema delle differenze. Allo stesso tempo si è riflettuto anche sui principi cari a tutte le religioni approfondite, come la pace, la fratellanza, il rispetto e la consapevolezza, da parte dell’uomo credente, di non essere solo al mondo e di fare parte di qualcosa di molto più grande. Qualunque nome o forma abbia, qualunque precetto o legge si rispetti, qualunque simbolo o abito si indossi.

E infine è così che, naturalmente, questi temi sono confluiti nei laboratori musicali e teatrali.

Il risultato finale è stato quindi la creazione di un cortometraggio che si snoda sulle tematiche di uguaglianza e cittadinanza e che si conclude con un videoclip musicale della canzone “Pensa”.

Ripercorrendo, infatti, le parole di Fabrizio Moro, attraverso gli sketch, il rap e le percussioni, abbiamo raccontato le problematiche e le aspettative “di una generazione costretta a non guardare, a parlare a bassa voce”.

Una generazione che, prima, seconda o terza che sia, da vita a questa Italia, regalandole la ricchezza di nuovi mondi, sogni e futuro.

 


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