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Ue: diritto di libera circolazione e di soggiorno

by Redazione

Il 10 dicembre scorso è stata presentata dal commissario europeo, Jacques Barrot, responsabile per la Commissione  dell’area Giustizia, libertà e sicurezza, una relazione sull’applicazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente sul territorio degli Stati membri.

La direttiva conferisce ai cittadini dell’Ue e ai loro familiari il diritto di soggiorno permanente dopo cinque anni di permanenza nello Stato membro ospitante ed estende, a determinate condizioni, il diritto al ricongiungimento familiare ai partner che hanno contratto un’unione registrata. La normativa, applicabile dal 30 aprile 2006, ha sostituito un insieme disparato di nove direttive ed un regolamento, adottati fra il 1964 e il 1993; introduce, inoltre, per i cittadini dell’Unione il nuovo diritto di soggiorno permanente quale espressione concreta della cittadinanza dell’Unione, limitando le possibilità, per gli Stati membri, di far cessare il diritto di soggiorno di un cittadino per motivi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza e di sanità pubblica. Gli Stati membri erano tenuti a porre tutte le disposizioni legislative ed amministrative necessarie per conformarsi ad essa entro il 30 aprile 2006.

I familiari dei Paesi terzi possono a loro volta entrare nello spazio Schengen con un visto, se richiesto, e viaggiare liberamente in tutto il territorio europeo da quando sono stati aboliti i controlli alle frontiere interne. Inoltre, la carta di soggiorno dei familiari di un cittadino Ue è rilasciata entro sei mesi (la ricevuta immediatamente) dalla presentazione della domanda; è valida cinque anni, oppure per il periodo di soggiorno previsto dal cittadino dell’Unione, se tale periodo è inferiore a cinque anni.

La Commissione constata la violazione continua dei diritti dei cittadini dell’Ue nell’esercizio del loro diritto di libera circolazione sul territorio europeo, soprattutto in relazione: al diritto di ingresso e soggiorno dei familiari che sono cittadini di Paesi terzi (problemi legati ai visti d’ingresso o all’attraversamento delle frontiere, condizioni per ottenere il diritto di soggiorno non previste dalla direttiva, ritardi nel rilascio delle carte di soggiorno), all’obbligo per gli europei di presentare a sostegno della domanda di soggiorno documenti non previsti dalla direttiva.
La Commissione intende utilizzare i poteri che le conferisce il Trattato Ue, avviando se necessario procedimenti d’infrazione, fornendo orientamenti agli Stati membri e garantendo che i cittadini siano informati sui loro diritti.

Dario Porta

22 dicembre 2008


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