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UE: misure per l’area “Schengen”

by Redazione

Presentato dalla commissario F. Frattini, responsabile per il settore Giustizia, libertà e sicurezza dell’UE, il pacchetto di misure per un sistema di gestione integrata delle frontiere esterne all’Unione Europea ed allo spazio “Schengen”. La necessità di introdurre procedure di garanzia comuni è sempre più avvertita da quando si è allargata di 8 Paesi l’area che ormai abolisce i confini tra tutti i 27 stati membri dell’UE salvo Gran Bretagna, Irlanda, Romania, Bulgaria, Cipro e Malta, ma comprendendo in più Norvegia e Islanda.

Lo scopo dichiarato, utilizzando le moderne tecnologie, è quello di rafforzare i controlli all’ingresso al fine di favorire i flussi migratori legali, facilitando al tempo stesso le procedure di ingresso e la mobilità dei cittadini non europei “in buona fede”, ostacolando l’illegalità.

Nelle comunicazioni illustrate si propongono nuovi strumenti avvalendosi delle più moderne tecnologie satellitari ed informatiche, in cooperazione tra gli Stati membri e con l’Agenzia europea per le frontiere Frontex.
Si prevede l’istituzione di un sistema informatizzato europeo, entro il 2012, in collegamento con le banche dati nazionali per i visti (Schengen Information System) attraverso il quale si verificherà che la persona non è stata segnalata da uno Stato membro per motivi di pubblica sicurezza, di salute o ordine pubblico.
Viene, inoltre, preannunciata l’introduzione di un meccanismo di entrata ed uscita basato su dati biometrici nei documenti di viaggio, con o senza obbligo di visto, per tutte le persone che da Paesi terzi vogliono entrare nel territorio europeo. Sono stati, invece, indicati percorsi agevolati per i cittadini europei che avranno depositato volontariamente i loro dati, evitando l’iter dei controlli, per esempio negli aeroporti.

Quanto indicato dalla Commissione UE si inserisce nel quadro del Programma dell’Aia (2004) che comprende tutti gli aspetti delle politiche di libertà, sicurezza e giustizia, che includono anche la dimensione esterna, specificatamente i diritti fondamentali, immigrazione e asilo, gestione delle frontiere, integrazione, lotta contro il crimine organizzato.

D’altra parte occorre ricordare che il Ministro dell’Interno, Giuliano Amato, in occasione dei lavori del meeting informale dei Ministri di Giustizia e degli Affari Interni dell’Unione, tenutosi a Lisbona il 12 ottobre 2007, aveva sottolineato come l’applicazione di nuove tecnologie di rilevamento dei dati biometrici consentirebbe di facilitare gli spostamenti dei passeggeri affidabili e di intercettare i c.d. “overstayers”, prendendo le impronte digitali alle frontiere esterne europee.

In effetti, secondo gli ultimi dati si stima che gli illegali presenti nell’Unione Europea, nel 2006, erano circa 8 milioni, di cui l’80% erano già nell’area Schengen, per cui più della metà dei “non regolari” probabilmente era entrato precedentemente in maniera regolare e poi, rimanendo nel territorio più del periodo legale previsto, sia diventato irregolare.
Alcune critiche e osservazioni alle misure illustrate sono state presentate da alcune organizzazioni paventando una schedatura dei cittadini non comunitari e possibili abusi.

Spetta ora al Parlamento europeo e ai singoli Stati discutere su tale proposte, mentre negli Stati Uniti si progetta un registro biometrico su scala mondiale chiamato “Server in the sky”, in collaborazione con Australia, Nuova Zelanda, Canada e Gran Bretagna.

La questione di una politica migratoria europea è oggi sempre più all’ordine del giorno e costituisce una sfida che le singole iniziative degli Stati talvolta mettono in discussione, invece di favorire un necessario, anche se non facile, coordinamento delle singole politiche nazionali.

Dario Porta

(15 febbraio 2008)


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