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Sono 5 milioni gli stranieri residenti in Italia, ma sono sempre meno prolifici

by Redazione

Rapporto indicatori demografici Istat 2014- L’apporto degli stranieri ci salva per ora dalla debacle demografica, ma anche loro cominciano a fare meno figli. Siamo ai minimi storici di crescita demografica dall’Unità d’Italia

 

Con una perdita media di 90 mila cittadini all’anno (decessi meno nascite) l’Italia sarebbe destinata ad un rapido declino demografico (ed economico) se non fosse per gli immigrati. Il tutto si deve al calo delle nascite soprattutto delle madri italiane (1,31 figli per donna), ma anche delle straniere (1,97 figli per donna nel 2014). E’ il quadro a tinte fosche dipinto dall’Istat nel suo ultimo Report sugli indicatori demografici 2014 diffuso ieri. L’aumento della speranza di vita media alla nascita (80,2 anni per gli uomini e 84,9 per le donne) non può compensare il calo nel tasso di fertilità femminile che dovrebbe attestarsi a 2,1 figli per donna per poter garantire un pieno ricambio generazionale.

L’aspetto critico viene dal comportamento delle donne straniere che – adattandosi agli stili di vita del nostro Paese – fanno oggi meno figli di quanti non ne facessero dieci anni fa. Siamo infatti passati da 2,4 a 1,97 figli per donna straniera. Per il momento però il gap è ampiamente ricoperto dagli afflussi di stranieri nel 2014; ovvero dal saldo netto tra iscrizioni e cancellazioni. “Le iscrizioni dall’estero di individui di nazionalità non italiana – scrive l’Istat – sono stati l’anno scorso 255 mila, mentre i rientri in patria degli italiani sono 26 mila. Le cancellazioni per l’estero riguardano 48 mila stranieri e 91 mila cittadini italiani”. Il totale iscrizioni (281 mila) e le cancellazioni (139 mila) rappresenta a detta di Istat: “il livello minimo degli ultimi cinque anni, periodo nel quale il Paese vede perdere progressivamente attrattività nei confronti dei flussi migratori internazionali”.

Non va dimenticato, inoltre, che dal 2010 sono bloccati i decreti flussi per l’ingresso di lavoratori stranieri a tempo indeterminato, per cui l’aumento della popolazione straniera è dovuto essenzialmente alle nascite ed ai ricongiungimenti familiari, o ingressi per altri motivi (studio, motivi religiosi, ecc.).

Il saldo migratorio con l’estero con l’estero relativo ai soli stranieri ammonta a +207 mila persone, mentre per gli italiani risulta negativo per 65 mila unità.

Nel 2014- dunque – la popolazione residente (italiani e stranieri) consegue un incremento demografico dello 0,4 per mille, il più basso degli ultimi dieci anni.

Continua il report: “Regolarmente da un decennio si rileva una riduzione della popolazione di cittadinanza italiana, scesa a 55,7 milioni di residenti al 1 gennaio 2015. La perdita netta rispetto all’anno precedente è pari a 125 mila residenti”.

Gli stranieri residenti in Italia al 1 gennaio 2015, sono 5 milioni 73 mila cittadini stranieri, l’8,3% del totale della popolazione. “Rispetto al 1 gennaio 2014 – scrive l’Istat – si riscontra un incremento di 151 mila unità, con 207 mila unità aggiuntive per effetto delle migrazioni con l’estero e 66 mila unità aggiuntive per effetto della dinamica naturale (72 mila nati stranieri contro 6 mila decessi), 16 mila unità in meno per effetto delle poste migratorie interne e per altri motivi e, infine, 106 mila unità in meno per acquisizioni della cittadinanza italiana”.

La distribuzione degli immigrati sul territorio italiano è tutt’altro che omogenea. Il 59,5% risiede nel Nord, il 25,4% nel Centro, il 15,1% nel Mezzogiorno. “Nel Centro-nord l’incidenza di stranieri sulla popolazione complessiva supera ampiamente il 10%, con un massimo del 12,2% in Emilia-Romagna; viceversa nel Mezzogiorno la quota scende al 3,7%, con un minimo del 2,7% in Sardegna”.

Come dicevamo, vivendo in Italia accanto agli italiani, gli immigrati ne stanno assumendo le abitudini di fare pochi figli. Si stima che nel 2014 in Italia siano nati 509 mila bambini, circa 5 mila in meno rispetto all’anno precedente, “il livello minimo dall’Unità d’Italia”, segnala l’Istat. In linea con le percentuali degli anni recenti, nel 2014 si stima che l’81% delle nascite siano avvenute da parte di donne italiane e il 19% da straniere.

“La riduzione delle nascite cui si assiste nel 2014 – spiega il report – è il frutto concomitante di un analogo comportamento di contenimento riproduttivo da parte sia delle italiane sia delle straniere. Le nascite da donne straniere, che nel 2012 avevano raggiunto un massimo di 102 mila e che nel 2013 erano scese a 99 mila, nel 2014 sono stimate in 97 mila. Di queste, 72 mila sono state concepite da coppie con partner entrambi stranieri e 25 mila da madri straniere in coppia con partner italiani”.


Sono 5 milioni gli stranieri residenti in Italia, ma sono sempre meno prolifici

by Redazione

Rapporto indicatori demografici Istat 2014- L’apporto degli stranieri ci salva per ora dalla debacle demografica, ma anche loro cominciano a fare meno figli. Siamo ai minimi storici di crescita demografica dall’Unità d’Italia

 

Con una perdita media di 90 mila cittadini all’anno (decessi meno nascite) l’Italia sarebbe destinata ad un rapido declino demografico (ed economico) se non fosse per gli immigrati. Il tutto si deve al calo delle nascite soprattutto delle madri italiane (1,31 figli per donna), ma anche delle straniere (1,97 figli per donna nel 2014). E’ il quadro a tinte fosche dipinto dall’Istat nel suo ultimo Report sugli indicatori demografici 2014 diffuso ieri. L’aumento della speranza di vita media alla nascita (80,2 anni per gli uomini e 84,9 per le donne) non può compensare il calo nel tasso di fertilità femminile che dovrebbe attestarsi a 2,1 figli per donna per poter garantire un pieno ricambio generazionale.

L’aspetto critico viene dal comportamento delle donne straniere che – adattandosi agli stili di vita del nostro Paese – fanno oggi meno figli di quanti non ne facessero dieci anni fa. Siamo infatti passati da 2,4 a 1,97 figli per donna straniera. Per il momento però il gap è ampiamente ricoperto dagli afflussi di stranieri nel 2014; ovvero dal saldo netto tra iscrizioni e cancellazioni. “Le iscrizioni dall’estero di individui di nazionalità non italiana – scrive l’Istat – sono stati l’anno scorso 255 mila, mentre i rientri in patria degli italiani sono 26 mila. Le cancellazioni per l’estero riguardano 48 mila stranieri e 91 mila cittadini italiani”. Il totale iscrizioni (281 mila) e le cancellazioni (139 mila) rappresenta a detta di Istat: “il livello minimo degli ultimi cinque anni, periodo nel quale il Paese vede perdere progressivamente attrattività nei confronti dei flussi migratori internazionali”.

Non va dimenticato, inoltre, che dal 2010 sono bloccati i decreti flussi per l’ingresso di lavoratori stranieri a tempo indeterminato, per cui l’aumento della popolazione straniera è dovuto essenzialmente alle nascite ed ai ricongiungimenti familiari, o ingressi per altri motivi (studio, motivi religiosi, ecc.).

Il saldo migratorio con l’estero con l’estero relativo ai soli stranieri ammonta a +207 mila persone, mentre per gli italiani risulta negativo per 65 mila unità.

Nel 2014- dunque – la popolazione residente (italiani e stranieri) consegue un incremento demografico dello 0,4 per mille, il più basso degli ultimi dieci anni.

Continua il report: “Regolarmente da un decennio si rileva una riduzione della popolazione di cittadinanza italiana, scesa a 55,7 milioni di residenti al 1 gennaio 2015. La perdita netta rispetto all’anno precedente è pari a 125 mila residenti”.

Gli stranieri residenti in Italia al 1 gennaio 2015, sono 5 milioni 73 mila cittadini stranieri, l’8,3% del totale della popolazione. “Rispetto al 1 gennaio 2014 – scrive l’Istat – si riscontra un incremento di 151 mila unità, con 207 mila unità aggiuntive per effetto delle migrazioni con l’estero e 66 mila unità aggiuntive per effetto della dinamica naturale (72 mila nati stranieri contro 6 mila decessi), 16 mila unità in meno per effetto delle poste migratorie interne e per altri motivi e, infine, 106 mila unità in meno per acquisizioni della cittadinanza italiana”.

La distribuzione degli immigrati sul territorio italiano è tutt’altro che omogenea. Il 59,5% risiede nel Nord, il 25,4% nel Centro, il 15,1% nel Mezzogiorno. “Nel Centro-nord l’incidenza di stranieri sulla popolazione complessiva supera ampiamente il 10%, con un massimo del 12,2% in Emilia-Romagna; viceversa nel Mezzogiorno la quota scende al 3,7%, con un minimo del 2,7% in Sardegna”.

Come dicevamo, vivendo in Italia accanto agli italiani, gli immigrati ne stanno assumendo le abitudini di fare pochi figli. Si stima che nel 2014 in Italia siano nati 509 mila bambini, circa 5 mila in meno rispetto all’anno precedente, “il livello minimo dall’Unità d’Italia”, segnala l’Istat. In linea con le percentuali degli anni recenti, nel 2014 si stima che l’81% delle nascite siano avvenute da parte di donne italiane e il 19% da straniere.

“La riduzione delle nascite cui si assiste nel 2014 – spiega il report – è il frutto concomitante di un analogo comportamento di contenimento riproduttivo da parte sia delle italiane sia delle straniere. Le nascite da donne straniere, che nel 2012 avevano raggiunto un massimo di 102 mila e che nel 2013 erano scese a 99 mila, nel 2014 sono stimate in 97 mila. Di queste, 72 mila sono state concepite da coppie con partner entrambi stranieri e 25 mila da madri straniere in coppia con partner italiani”.


2 thoughts on “Sono 5 milioni gli stranieri residenti in Italia, ma sono sempre meno prolifici

renato

perchè scrivete che l’italia, senza immigrazione, è destinata al declino economico? forse vi sfugge che, ai fini della misurazione del benessere, quello che conta è il reddito pro-capite e non certo il reddito aggregato?

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    nslgl.admin

    Perché il nostro è un Paese che fa sempre meno figli, invecchia e consuma sempre di meno, per ovvie ragioni. Solo i popoli giovani che hanno uno sguardo al futuro e si attrezzano per far fronte al declino. In più una gran parte dei lavori meno retribuiti, più faticosi e però necessari (vedi la cura dei prodotti della terra e molti lavori in fabbrica) sono diposti a farli solo gli immigrati e non i nostri giovani.

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