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Vertice di Bucarest: verso un nuovo assetto?

by Redazione

Oggi, fino al 4 aprile, si tiene a Bucarest “il più grande summit mai realizzato” della Nato, a cui sono stati invitati anche Onu e Ue.
Molti i temi in agenda e certamente delicati, dalla missione in Afghanistan allo scudo missilistico statunitense per arrivare a un tema particolarmente scottante: l’ulteriore espansione dell’Alleanza. Durante il vertice in Romania si prenderà, infatti, in considerazione l’ingresso nella Nato di Paesi balcanici come la Croazia, Albania e Macedonia, ma anche di Ucraina e Georgia.

Quest’ultima adesione crea non pochi problemi.
Fortemente caldeggiato dagli Stati Uniti che vorrebbero garantire l’entrata dei due Paesi nel cosiddetto “Piano di azione per l’ingresso”, l’allargamento verso est è fermamente osteggiato dalla Russia, che considera l’eventuale adesione di Ucraina e Georgia alla Nato come una minaccia alla propria sicurezza nazionale e un “contributo” all’espansione statunitense nell’area, da sempre sotto il controllo geostrategico del Cremlino.

La possibile entrata di Kiev e Tiblisi nella Nato crea anche una profonda divisione tra Usa e gli altri Stati in seno all’Alleanza Atlantica. La Germania, seguita, tra gli altri, da Italia, Francia e Spagna, si è detta contraria all’ingresso perché – secondo quanto affermato dal cancelliere Angela Mekel – “bisogna capire se queste due nazioni siano pronte”. In realtà c’è il chiaro timore che ciò danneggerebbe le relazioni con la Russia.
Di segno opposto sono, invece, le posizioni dei Paesi Baltici e gli ex Paesi del Patto di Varsavia, i più favorevoli a Georgia e Ucraina.

L’allargamento è, inoltre, strettamente legato a un’altra voce dell’agenda politica di questi giorni: l’Afghanistan. Un eventuale esito negativo relativamente all’estensione verso l’area del Mar nero della Nato sarebbe “ripagata”, da parte dei Partner europei, con un forte sostegno agli Usa nella missione afgana sia in termini di solidarietà politica che in senso operativo, in altre parole, più soldati. La Russia, dal canto suo, lascerebbe passare i rifornimenti necessari per le truppe sul suo territorio.
La missione Nato in Afghanistan rappresenta, comunque, un’altra questione dominante del vertice. Di fronte alle crescenti difficoltà che si stanno incontrando in territorio afgano, si pone il duplice problema di una più equilibrata ripartizione dell’onere militare e di un maggiore coordinamento tra gli alleati, da risolvere quanto prima per sbloccare la situazione.
È palese che i ventisei alleati non hanno una posizione comune e il summit potrebbe concludersi senza rilevanti decisioni. La strategia generale è fondata sul doppio pilastro della Nato, quello europeo e quello americano, e le prospettive sono diverse: da una parte vi è l’intento di rilanciare l’alleanza, dall’altra il rimandare le principali questioni, e questo considerando anche che gli interventi sono sempre soggetti al determinante condizionamento degli interessi nazionali di ciascuno Stato.

Maria Carla Intrivici

(4 aprile 2008)


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