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Vignette, disagio interno e opposizione

by Redazione

Nel mondo islamico l’incendio apparentemente scatenato dalla pubblicazione delle vignette satiriche continua a divampare. Dal nord Africa all’Asia l’ondata di violenza che ha provocato morti e visto palazzi istituzionali distrutti e chiese incendiate non si placa.
In Nigeria così come in Libia seguitano gli scontri, i saccheggi, le aggressioni.
In questa complessa e dolorosa vicenda si pone la questione di un difficile compromesso tra il diritto universale alla libertà di parola e di espressione e la necessità di autoimporsi delle limitazioni in un mondo eterogeneo, in nome del rispetto reciproco.
È anche vero, però, che tanta violenza è ingiustificata e inaccettabile in risposta a qualsiasi manifestazione di opinione o immagine.
Una delle più importanti e sicuramente innegabili conquiste della società occidentale è la libertà di stampa e di informazione, per quanto, a volte, questa possa essere “scomoda”; e le vignette e la satira ne sono una diretta espressione, sono informazione.
La questione, però, è: qual è il limite?
Ciò che è certo è che non possiamo rinunciare a questa libertà in nessuna delle sue molteplici manifestazioni. È un diritto che va tutelato, anche se può accadere possa assumere forme sgradite e imbarazzanti, se non, addirittura, oltraggiose.
Rimane, quindi, un problema aperto.
Tuttavia è bene precisare che, spesso, in questi paesi i disordini non sono causati solo dal fattore religioso, ma sono anche generati da cause tecniche e politiche oltre che dalla diffusa povertà.
In Libia, alla protesta spontanea contro la t-shirt anti-islam dell’ormai ex ministro Calderoni, gesto spregevole chiaramente finalizzato a ricavarne un utile elettorale, si è saldata l’ostilità al regime degli integralisti. In altre parole, in questi stati, la rabbia del popolo è stata sapientemente miscelata dagli integralisti islamici con il tentativo di destabilizzare i regimi esistenti sia che si tratti dell’opposizione alla Jamahiriya, la Repubblica socialista popolare di Gheddafi che della protesta contro il progetto di modifica della costituzione federale nigeriana del presidente cristiano Olosegun Obasanjo.
Opposizione ai regimi, quindi, è termine che esprime tutta la sua ambiguità, a maggior ragione in questo contesto. Ambiguità che si manifesta nella sua interezza nel coesistere nel mondo musulmano di due diverse forme di opposizione: una prima, quella di matrice integralista islamica, che teorizza e estremizza il c.d. scontro di civiltà e un’altra laica e democratica che propone il cambiamento con strumenti legali.
È quest’ultima che va sostenuta dove già esiste e aiutata a nascere dove non c’è.

(23 febbraio 2006)


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