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Viminale: modifiche al Pacchetto sicurezza

by Redazione

Rimarranno invariate le norme su circolazione e soggiorno dei comunitari e non sarà previsto il carcere per il reato di ingresso illegale dei cittadini di Paesi terzi, come ha riferito il Ministro dell’Interno Roberto Maroni il 15 ottobre nel corso dell’audizione innanzi al Comitato di vigilanza Schengen.

Ad agosto lo schema di decreto legislativo, approvato dal governo e facente parte del Pacchetto sicurezza, il quale modificava il decreto del precedente Esecutivo del 28 febbraio, era stato inviato alla Commissione europea per un parere. Il provvedimento prevedeva non solo l’obbligo dell’iscrizione anagrafica del cittadino europeo riguardo al suo diritto di soggiornare nel territorio nazionale per un periodo superiore a tre mesi ma anche la condizione che disponesse di «risorse economiche sufficienti», le quali, inoltre, avrebbero dovuto essere «derivanti da attività dimostrabili come lecite», pena l’allontanamento per motivi imperativi di pubblica sicurezza. Ciò è in contrasto con la normativa comunitaria, in particolare la direttiva 2004/58/Ce, relativa al diritto dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, vero e proprio Testo unico sulla libera circolazione e soggiorno. Lo stesso Ministro Maroni ha fatto riferimento ad una procedura di infrazione che l’Ue era pronta ad attivare se questa norma non fosse stata cancellata.

Per quanto riguarda il discusso reato “clandestinità”, il disegno di legge relativo alle disposizioni in materia di sicurezza pubblica, che avrebbe dovuto introdurre il reato di ingresso illegale modificando il Testo unico sull’immigrazione, non prevederà più la reclusione da sei mesi a quattro anni per i cittadini stranieri che entrano irregolarmente in Italia, come inizialmente previsto, ma solo una pena pecuniaria. Le modifiche al decreto saranno presentate, ha dichiarato il Viminale, in Senato e conterranno, inoltre, un riferimento esplicito all’esclusione dei cittadini comunitari dall’applicazione di tale norma.

L’Unione europea ha in pratica bocciato un meccanismo automatico di espulsione per i cittadini comunitari in contrasto con il principio, da intendere nel senso più ampio, della libera circolazione e del diritto di soggiorno in Europa. Mentre sulla rinuncia alla previsione di una fattispecie penale relativa all’ingresso illegale, che era considerata uno dei cardini del Pacchetto sicurezza, il Governo ha dovuto fare i conti con le rilevanti critiche di cui è stato oggetto, non solo da parte dell’opposizione. In particolare si è paventato anche il rischio di una congestione del sistema giudiziario e di un sovraffollamento delle carceri con un aggravio di lavoro per magistratura e forze dell’ordine.

Dario Porta

(17 ottobre 2008)


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