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Amato: la legge Bossi-Fini va revisionata

by Redazione

La legge 189/2002, la cosiddetta Bossi-Fini, non verrà abrogata, ma subirà una serie di correzioni. È quanto affermato dal Ministro dell’Interno Giuliano Amato, ieri in Commissione Affari Costituzionali.

Uno dei punti considerati maggiormente critici è quello relativo alla domanda di permesso di soggiorno che può essere accettata solo se il lavoratore è ancora nel Paese d’origine, «presupposto impossibile, una funzione che produce irregolari» afferma il Ministro.

Altre modifiche urgenti concernono la proroga del permesso del soggiorno in attesa del rinnovo, la riduzione dei tempi per il ricongiungimento familiare e la necessità di sganciare dalla Bossi-Fini i permessi per docenti e ricercatori. Secondo Amato occorre, inoltre, individuare nuovi criteri per il mantenimento del permesso di soggiorno o l’ottenimento della residenza, non più ravvisabili in condizioni quali “affitti in regola”, “minimo di metri quadrati” e “lavoro non precario”: «forme di ipocrisia a cui vengono sottoposti gli immigrati in Italia».

Si è parlato anche di Cpt che «non devono essere delle carceri», ma la cui esistenza non può essere messa in discussione in quanto «è ingenuo pensare che vi possano essere altri modi per accertare» l’identità dei migranti.

Revisione, quindi, non cancellazione della legge Bossi-Fini.

Modifiche al settore – è bene sottolinearlo – che possono essere apportate anche solo attraverso interventi di natura regolamentare, senza la necessità di ricorrere ad un procedimento di revisione legislativa.

Una comunità nazionale, d’altronde, non può sopportare che ad ogni legislatura si modifichi la legge sugli spostamenti umani, si rischierebbe un “collasso nervoso” dei diversi attori che operano attraverso la normativa vigente e si incorrerebbe in una inadeguata gestione delle dinamiche migratorie, dettata più da improprie logiche di sistema che da politiche di buon governo.

L’immigrazione è un fenomeno molto complesso e articolato il cui governo, per sua natura, non può essere rimandato ad un’unica “legge omnibus”, questo è certo; fossilizzare, però, il dibattito sull’abolizione o la conservazione della legge è riduttivo e sicuramente errato.

La Bossi-Fini va indubbiamente revisionata, con l’obiettivo di snellirla e ridurne l’intervento normativo soltanto ad alcuni specifici ambiti.

Ma non ci si può limitare a questo.

È necessario, insieme a tale intervento, porre in essere un’attiva politica di Governance,  predisponendo un pacchetto legislativo e di indirizzo politico che comprenda misure relative al mercato del lavoro, alla scuola, alla cittadinanza e dunque al voto, al fine di prevedere una normativa più vasta e lungimirante di disciplina esaustiva del fenomeno. Un insieme di azioni positive e coordinate, dove ciascuna di queste sia volta a normare gli aspetti salienti in cui si articola la complessa realtà migratoria.

scarica l’intervento del Ministro

                                                                                                              Maria Carla Intrivici

(21 giugno 2006)


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