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Aspettando il regolamento sull’integrazione

by Redazione

Per dirla con prudenza, aspettiamo di studiare bene il regolamento sull’accordo di integrazione tra Stato e cittadino straniero che dovrebbe essere uscito dal Consiglio dei Ministri di oggi. I commenti colti e analitici li faremo nei prossimi giorni, oggi ci limitiamo a qualche stringata riflessione.
Del resto, se per avere questo regolamento, che doveva vedere la luce entro centottanta giorni dall’entrata in vigore dell’art.4bis del Testo Unico sull’Immigrazione inserito dalla legge 94/2009 sulla sicurezza, è passato quasi un anno, potremo noi prenderci qualche giorno per studiarcelo.

Col presente antipasto vogliamo, dunque, essere brevi e compendiosi.
Se le indiscrezioni corse in questi giorni saranno mantenute, non ci siamo proprio. Pare sia prevista nel testo regolamentare la firma “contestualmente alla sottoscrizione alla domanda di rilascio di permesso di soggiorno, di un accordo di integrazione per lo straniero…” (Il Sole 24 ore del 20 maggio, pag.21).

Ma un accordo, ci domandiamo, non è la libera scelta tra due o più parti di stipulare un atto condiviso e perciò di natura pattizia? E se glielo si fa firmare in questo modo, non viene proprio a nessuno il fatto di pensare che è come regalargli un CD con l’Inno di Mameli con l’impegno a sentirlo prima dei pasti? Non parliamo poi della ventilata prova di idoneità culturale e di lingua italiana per gli immigrati che vogliono il rinnovo….ma io dico, in che mondo vive la maggioranza che governa? Ma lo sanno che la stragrande maggioranza degli stranieri parla un discreto italiano con punte di eccellenza, che frequenta più lingue di quante non ne conoscano gi italiani, che aprono ristoranti, avviano aziende, collaborano come badanti con i nostri vecchi da Varese a Isola Capo Rizzato capendosi benissimo? Che i loro figli vanno a scuola, a volte anche bene e che, insomma, l’idea del baluba è ormai solo in certe teste confuse?

Vorrei anche rivolgere qualche garbata domanda sul chi dovrebbe fare gli esami di lingua italiana, ma dalla Lega e dalle battute facili se posso, rifuggo.
Speriamo bene circa il regolamento.

Fabrizio Molina

20 maggio 2010


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