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BISOGNA CAPOVOLGERE LA DOMANDA

by Redazione

di Maria Rosaria Niccolini

 

«Il futuro dipende da ciò che facciamo nel presente.» ( Mahatma Gandhi)

 

Ci sono momenti nella vita che non ti riconosci nella realtà che ti circonda: i tuoi amici, le persone a te più care sembrano estranee; te stesso sei uno sconosciuto.

Senti un’inquietudine nell’anima, una noia che addormenta i sentimenti ed anche se apprezzi le cose belle della vita ti senti insoddisfatto. Senti un vuoto dentro che scava fino ad arrivare al centro del problema che non vuoi affrontare.

Non sai che fare, annaspi e chiedi aiuto, ma la diffusa indifferenza in cui ciò che non ti piace viene lasciato accadere è un buco nero, che ti risucchia. E continui le tue varie attività, i tuoi svaghi, proprio come se niente fosse accaduto. Per fortuna non sei ancora così vigliacco da puntare l’indice contro gli altri.

Centrale allora è la volontà di cambiamento della situazione di fatto, di travolgere qualcosa che non deve essere. Bisogna capovolgere i termini delle domande: non più cercare lo scopo della mia vita, ma chiedermi “Cosa posso fare per gli atri?”, “Come posso fare meglio?”.

In questo percorso mi sono imbattuta nell’associazione Nessun Luogo è Lontano, così per caso, come avviene quasi sempre, quando cerchiamo risposte, se veramente le vogliamo ricevere.

La società per cui lavoro ha attivato il volontariato d’impresa, iniziativa rivolta alle persone che vogliono dedicare il proprio tempo, al di fuori dell’orario di lavoro, ad aiutare chi si trova in situazioni di disagio e difficoltà: dall’assistenza agli anziani alle mense, dal recupero di edifici scolastici a interventi rivolti a mamme e bambini in difficoltà.

Il primo contatto con l’associazione è stato intrapreso sottovoce, con toni bassi, un tentativo timido come due ragazzini che vogliono fare amicizia, ma hanno paura di fare passi sbagliati e precludere ogni ulteriore conoscenza; direi timorosi, per non spaventare chi ti è di fronte sapendo che era proprio quello che cercavi.

Dal tono di voce di chi mi parlava, traspariva entusiasmo, ma anche la consapevolezza di far parte di un non perfetto mondo di cui siamo un tutto.

Eppure parlava dei progetti, delle persone coinvolte con autentico interesse, accettando e descrivendo le situazioni per quello che sono, senza giudicarle, ma con il desiderio vero di cercare un cambiamento. Un puro entusiasta: il termine “entusiasmo” deriva dal greco antico enthusiasmòs, formato da en (in) con theos (dio). Letteralmente si potrebbe tradurre con “con Dio dentro di sé”.

È così sono entrata a far parte di questo modo di affrontare l’esclusione e l’emarginazione, fermo, ma rispettoso degli altri, scevro da pregiudizi e da giudizi.

Nelle riunioni che facciamo è bellissimo sentire le divergenze e vederle incanalate verso gli obiettivi comuni. La nebbia si dirada ed esistono persone che vogliono, anche se nel piccolo pensando in grande, cambiare ciò che è ingiusto, caparbiamente mettendosi in discussione ogni momento.

E in questa prospettiva si lavora concretamente nelle realtà periferiche dove opera l’associazione.

La mia esperienza “sul campo” si svolge da poco tempo presso il Centro Semina, dove nel pomeriggio del venerdì collaboro per aiutare i bambini/ragazzi nello svolgimento dei compiti. Certo, dopo una settimana di lavoro si vorrebbe riposare, ma incredibilmente non senti nemmeno la fatica, anzi si crea una energia assolutamente contagiosa, una gioia interiore che ti ricarica le batterie.

E poi mi occupo fundraising, una sfida pungente per me, un confronto ed una immersione tra le cime abissali dell’indifferenza e dell’ipocrisia ma stavolta con una bussola.

Per non parlare dei progetti che bollono in pentola a cui ognuno, nel suo piccolo e con le sue competenze, offre un contributo.

Vorrei dare un consiglio, uno spunto di riflessione: dobbiamo fare quello che desideriamo vedere in futuro, senza aspettare che lo facciano gli altri. Io direi “proviamo”, perché può essere una cosa che ti cambia la vita. Non è scontato, ovviamente, ognuno ha la propria storia e ha ambizioni diverse. Ma se anche all’inizio ci possono essere delle difficoltà, ed è normale che ci siano, troverai sempre qualcuno con cui parlarne, per poi decidere.


One thought on “BISOGNA CAPOVOLGERE LA DOMANDA

Nicoletta Cerasoni

Ciao Iaia un abbraccio forte forte
Nicoletta (disciplina Polo e RURC ai tempi di Colone)

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