Domani resto a lavorare. Dirò una preghiera

Grazie per gli sms, grazie per le mail e per le affettuose telefonate. Grazie, ma grazie no! Domani non verrò alla manifestazione Antimafia Capitale, organizzata davanti alla stessa Chiesa che è stato teatro periferico, troppo grande e normalmente mezzo vuoto, che ha ospitato la manifestazione burina e sexy dei Casamonica. Sì anche sexy, il perché ve lo spiego tra poco.

Prima vi dico che non verrò perché non sopporto l’idea delle vostre facce abbronzate, che fanno lo struscio per farsi notare, perché non si può non esserci, perché avete bisogno di credere che ci sarà pure qualcuno che si ricorda ancora di voi.

Alcuni miei amici mi rimproverano di ricordare sempre che sono nato in periferia a Roma, ma è una delle poche cose buone di me, come faccio a non vantarmene? E in periferia, a Roma come ovunque, non si reagisce a uno schiaffo dopo un mese; intanto non deve accadere che qualcuno osi schiaffeggiarti ma, se lo fa, tu reagisci. Subito, no appena sbarcato dall’aereo, appena posato il trolley, appena comprato lo yogurt Activia col bifidusactiregularis perché al mare avete esagerato con le grigliate.

Resto a lavorare perché dopo quello che abbiamo passato ad Agosto, la solita compagnia di giro, per di più abbronzata, proprio non ce la faccio a reggerla. In quell’abbronzatura non c’è la stessa pervasività criminale dei Casamonica ma c’è la stessa cafonaggine ed io, lo confesso, i disonesti li reggo poco, ma verso i buzzurri comincio ad avere follie omicide.

E, per finire, i Casamonica sono buzzurri ma sexy, consumano i loro atti come profanazioni sessuali, con la stessa forza con cui Jimmy Hendrix sodomizzava e distruggeva la sua chitarra sul palco. Voi siete petti di pollo abbronzati, vedervi tutti insieme proprio non ce la faccio. Dirò però una preghiera. Per voi.

Fabrizio Molina