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La cittadinanza, italiana o europea che sia, è alla base di ogni diritto

by Redazione

Si è svolto a Roma, il 18 giugno scorso il convegno: “CITTADINANZE PLURIME: Civica, Multiculturale, Sovranazionale”, organizzato dalla PRO.DO.C.S. – Associazione Progetto Domani: Cultura e Solidarietà, e socio FOCSIV, che approfondisce da più di 30 anni il tema della cittadinanza, anche alla luce dei cambiamenti nei flussi migratori.
L’importanza del tema della Tavola rotonda al centro del dibattito politico del nostro Paese, è evidente: la cittadinanza come elemento di primaria importanza per uno stato democratico inclusivo che riconosca diritti fondamentali uguali a ogni cittadino, che sia nazionale, europeo o di Paese terzo risiedente nell’Unione europea.

I relatori hanno offerto una riflessione con spunti di analisi idonei a far scoprire percorsi di innovazione, proiettando la definizione di cittadinanza in ambito comunitario per favorire l’integrazione dei cittadini di qualsiasi appartenenza nazionale, e in ambito internazionale, per estendere i diritti umani ad ogni persona.
Nel comunicato stampa finale degli organizzatori in sintesi leggiamo dei principali interventi della giornata.
L’on. Edoardo Patriarca, componente della Commissione Affari Sociali della Camera e presidente del Centro Nazionale per il Volontariato CNV, ha sottolineato la necessità “di vivere la dimensione di una società aperta” e di interpretare il futuro in una prospettiva diversa per cui la cittadinanza diventerebbe lo strumento più importante dello Stato nazionale a tutela delle persone.
La prof.ssa Anna Maria Donnarumma, rappresentante legale dell’ONG organizzatrice PRO.DO.C.S., ha approfondito il modello della cittadinanza articolato su molteplici livelli di appartenenza, da qui la scelta del titolo, affermando che si devono riconoscere cittadinanze differenziate per costruire comunità di diritti e per valorizzare le differenze tra cittadini residenti sullo stesso territorio che sono sempre chiamati a partecipare alla costruzione della comunità politica di appartenenza. Da superare il conflitto tra ius sanguinis e ius soli per l’attribuzione dei diritti politici, scegliendo uno ius dignitatis humanae che accomuni ogni persona, al di là dei confini nazionali.
Il prof. Fabio Baggio, preside di Scalabrini International Migration Institute, presso l’Università Urbaniana di Roma, ha contribuito con un intervento centrato sulla visione antropologica della cittadinanza che al giorno d’oggi si muove nella cosiddetta “città globale”. Il nuovo concetto di cittadinanza, slegato da quello di nazionalità, è costituito da tre principali elementi: l’appartenenza, la partecipazione e la responsabilità.
Il prof. Pier Virgilio Dastoli, presidente del Consiglio italiano del Movimento Europeo CiME, ha evidenziato il profilo democratico dell’Unione per cui il tema della cittadinanza europea è diventato rilevante a partire dal Trattato di Maastricht entrato in vigore nel 1993, tanto che nel 2013 è stato proclamato l’Anno europeo dei cittadini europei (EYCA). Per quanto riguarda la cittadinanza per i cittadini di Paesi terzi gli Stati membri, purtroppo, a partire dalla crisi internazionale del 2007 hanno attuato in merito politiche più restrittive, anziché aprirsi ulteriormente come stabilito. Per questo motivo, ha auspicato, grazie anche al contributo delle organizzazioni della società civile, azioni di cittadinanza attiva per aprire ed operare “nei cantieri dell’Unione Europea” vigilando, insieme alle Istituzioni di competenza, perché si attuino le Raccomandazioni proposte e si riescano ad armonizzare con le normative degli Stati Membri dell’Unione.
L’on. Cécile Kyenge, eurodeputata che non ha potuto partecipare per impegni di presenza a Bruxelles, ha inviato una lettera, enfatizzando il riconoscimento della cittadinanza italiana per persone di altre nazionalità come un dato di fatto, ovvero il radicamento della persona alla nostra terra, alle sue usanze e alla sua cultura.


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