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LE EMOZIONI CI RENDONO FRATELLI. PAROLA DI BAMBINO

by Redazione

Proseguono i Laboratori Emozioni e Narrazione, che coinvolgono 300 bambini in un percorso interculturale. E presto partiranno altre iniziative.

Sta ottenendo buoni risultati il progetto “[S]Cambio[il]Mondo”  – progetto di interculturalità” rivolto ai bambini di 0-6 anni nel VI Municipio di Roma, Finanziato da IPAB Opera Pia Asilo Savoia e gestito da Nessun Luogo è Lontano – che procede coi Laboratori Emozioni e Narrazione che propongono ai bambini di “giocare con le emozioni”, attraverso la lettura di libri appositamente scelti, perché le emozioni sono universali, uguali in tutto il mondo, ma anche uniche, e diverse per ciascuno!

I laboratori si svolgono nelle 19 sezioni dei tre plessi coinvolti nel progetto (Romero e Milla Ricci dell’I.C. Castelnuovo e “scuoletta” dell‘I.C. Cutuli), per un totale di circa 300 bambini partecipanti agli incontri e circa 30 educatrici delle scuole materne osservatrici partecipanti.

L’ÉQUIPE E I LIBRI. Due sono le principali risorse che si sono rivelate vincenti nei laboratori. Il primo è la struttura dell’equipe a coppia mista ed incrociata (3 operatori lavorano in coppia, con un educatore conduttore dell’incontro ed un’educatrice che si muove, per facilitare le interazioni, supportare l’attenzione e raccogliere il materiale), che permette un costante confronto e monitoraggio dell’attività.

Il secondo è che i libri sono stati accuratamente selezionati: si caratterizzano per un titolo “interlocutorio”, sia per dare il via al dialogo coi bambini, sia per sintetizzare l’enfasi affettiva e l’introspezione: la loro lettura così come le attività condotte a seguire sono state volte al riconoscimento e gestione dei propri stati emotivi ed alla comprensione nell’opacità degli stati mentali, comuni ed allo stesso tempo diversi, a prescindere dalla faccia di chi li prova.

Sono stati letti:

–  Che Rabbia! di Mireille D’Allancé (breve sinossi: il piccolo Roberto è di cattivo umore, litiga con il papà e viene mandato in camera sua, dove la sua grande rabbia diventa un enorme mostro rosso che distrugge anche le cose a cui lui tiene di più!);

–  Oh no! di Patrick George (silent book , con un guaio dietro ogni pagina acetata);

–  A che pensi? di Laurent Moreau (testo minimo, con una galleria di personaggi per scoprire pensieri e stati d’animo sollevando delle alette).

LE ATTIVITÀ. Ed ecco le attività condotte a partire dai testi:

Blocco 1 – Testo “Che rabbia!”: ai bambini è stato chiesto di esprimere la propria rabbia su carta, attraverso un disegno realizzato con pastello rosso o tramite altri cartoncini colorati e scarabocchiati; successivamente i bambini e le bambine venivano invitati/e a riporre il proprio foglio (emblema della propria rabbia) a turno all’interno di una scatola.

Blocco 2 – Testi “Oh no!” e “A che pensi!”: i bambini avevano a disposizione due fogli, sul primo potevano disegnare il “proprio volto”, sul secondo il “proprio pensiero”; successivamente i due fogli venivano sovrapposti in modo che il volto nascondesse il pensiero, quindi ogni bambino descriveva il proprio pensiero mostrando prima il volto disegnato e poi il pensiero nascosto.

LE REAZIONI DEI BAMBINI. In generale, i bambini sono stati molto partecipi e coinvolti, responsivi ed interessati; allo stesso modo le insegnanti si sono sempre mostrate disponibili e collaborative, anche se a volte impegnate con i bambini con disabilità.

Per attestare lo svolgersi dei laboratori, la loro accoglienza ed il successo riscontrato è interessante leggere alcuni stralci dalle relazioni degli operatori:

Andrea, conduttore incontri in 9 sezioni: «I bambini/e mi sono apparsi molto ricettivi: anche nelle classi più numerose il livello di attenzione è stato molto alto e caratterizzato da silenzi condivisi e spazi di intervento espressivi nei quali sono stati accolti e coordinati i contributi di tutti/e. (…) Durante la lettura e negli interventi, le alterità culturali presenti sono sembrate… assolutamente inconsistenti, in altre parole, l’elemento emotivo della rabbia ha unificato il vissuto di tutti/e articolandolo nelle diverse esternazioni singole. In queste esternazioni non sono stati rilevati elementi culturali che potessero in qualche modo creare un blocco di comunicazione. Anche nelle relazioni tra di loro lo scambio è apparso assolutamente fluido e non condizionato da evidenti diversità culturali. Elemento di criticità è stato quello di coinvolgere del tutto, durante la narrazione e il laboratorio, gli alunni e le alunne con disabilità».

Annamaria, facilitatrice degli incontri (operatrice in coppia con i conduttori): «…il mancato svolgimento delle attività del laboratorio ha riguardato sopratutto bambini molto timidi o bambini insicuri, con la paura di sbagliare: emblematico il caso dei bambini che nel tentativo per loro fallito di rappresentare la rabbia ripetevano la frase “io non sono capace”. Noi educatori abbiamo cercato di far comprendere come l’obiettivo non fosse fare un disegno perfetto, ma tirar fuori l’emozione della rabbia così come ognuno di loro la percepiva, non copiando il mostro disegnato nel libro, ma rappresentandola anche con un semplice scarabocchio… In tutte le scuole abbiamo la presenza di un alto tasso di bambini non italiani, tutti molto integrati con il resto della classe, anche coloro che ancora non hanno dimestichezza con la lingua italiana; piacevole l’esperienza di una bambina indiana – che non conosce l’italiano – che con il libro “Oh no!” si è molto divertita, entrando in sintonia con il libro».

Oriana, conduttrice incontri in 10 sezioni: «Un esempio di riuscita del laboratorio posso farlo con una delle classi del plesso Milla Ricci di Lunghezza in cui ***, bambino affetto da deficit dell’attenzione e iperattivo, si è in principio ribellato all’incontro, con ogni mezzo a sua disposizione (calci, urla, lanci di scarpe e sedie), quando ha capito che nel libro si parlava della rabbia e di ciò che essa causava dopo esser uscita fuori da Roberto, si è improvvisamente calmato, avvicinandosi e chiedendomi di leggere insieme il libro ai suoi compagni».

Chi vuole può seguire il progetto [S]Cambio[il]Mondo sui profili Facebook e Instagram. che ospitano piccoli resoconti degli incontri e riflessioni sul tema delle emozioni, dell’interculturalità, dell’integrazione, eccetera.

A breve i laboratori Emozioni e Narrazioni saranno affiancati da tutta un’altra serie di attività, indirizzate in maniera più estesa anche a tutto il nucleo familiare (sportelli di consulenza, Laboratori di Lettura Condivisa).


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