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Vacanze: attenti a cosa mettete in valigia

by Redazione

La politica sta per andare in vacanza. Vacanze brevi, intermittenti, cariche di veleni e di incertezze sul futuro. Cadrà il governo? Sì? No? Sì ma a quali condizioni? No ma con quali stratagemmi? Uscirà Fini? Entrerà Montezemolo? Si farà il terzo polo? Faranno un walk – around attorno al Quirinale per costringere Napolitano a concedere le elezioni piuttosto che assistere troppo a lungo ad un girotondo di anziani mezzo deficienti? Incognite, misteri, ubbìe forse.

Tra i molti quesiti, alcuni  paiono determinanti: se Berlusconi vuole proprio rompere, su cosa romperà? Dicono che non potrà farlo quando andranno in approvazione quelle leggi fatte su misura per lui ( lodo Alfano, legittimo impedimento, intercettazioni, ecc); ciò non toglie che potrebbe farlo su leggi di interesse generale, che rientrino nel programma con cui il pdl ha vinto le elezioni e sul quale Berlusconi può pretendere coerenza e lealtà dai finiani. Detto così non sembra difficile fare previsioni, invece è tutto maledettamente complicato.

Complicato e potenzialmente esplosivo. Nel “retroscena” di Repubblica di oggi, Carmelo Papa informa i lettori che qualche deputato del pdl avrebbe avuto una idea geniale: rompere quando andrà in aula il ddl sull’immigrazione. Che sarebbe poi meglio definire il ddl sulla cittadinanza.
Questa idea (spero tanto non sia ancora una proposta) è scioccante, perché dimostra che non tutti i deputati hanno capito che razza di pericolo rappresenti giocare col fuoco dell’immigrazione e della cittadinanza. Provo ad essere schematico ma chiaro: in un Paese di sessanta milioni di abitanti, dove sei milioni (il dieci per cento del totale) hanno o hanno avuto problemi enormi con la cittadinanza e, tutto considerato, sembrano fregarsene, significa che è un Paese dove per non far scoppiare una guerra al giorno si è accettato che molta parte di questo dieci per cento, viva o sopravviva fregandosene dello Stato. Ci si è rassegnati al fatto che questa composita enormità di esseri umani abbia creato o accettato di vivere secondo una cittadinanza parallela, diritti paralleli, doveri paralleli, regole parallele, gerarchie, autorità, solidarietà, sistemi economici, convivenza civica, formazione dei giovani, rapporto tra i sessi, tutto parallelo. Indipendente quando non in contrasto con i valori dello Stato di diritto. Moltissimi perché vi sono costretti, altri perché ci hanno costruito sopra le loro equivoche fortune.

Quello che sconvolge è che un tempo la sacralità dello Stato era soprattutto valore conservatore. A tutte le latitudini. Dovrebbe anche risultare abbastanza chiaro che minacciare rappresaglie di parte sulla cittadinanza e sull’immigrazione è come pensare di scongiurare il pericolo che gli incendi in Russia di questi giorni arrivino alle centrali nucleari, bombardando Chernobyl. Una follia!
Allora, nell’augurare a tutti vacanze serene, consiglierei anche di non sbagliare il bagaglio che stiamo preparando: se portiamo con noi il romanzo inadatto poco male, ma se ci portiamo dietro la benzina per riempire l’autobotte dei pompieri, allora sì che sono guai.

Fabrizio Molina

6 agosto 2010


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