Biancaneve senza principe
by Redazione
Posted on Febbraio 22, 2007
Nel resto del mondo la sopravvivenza delle nazioni e di chi le abita si decide sul terreno della globalizzazione, delle biotecnologie, degli ogm, sulle fonti energetiche rinnovabili, su un nuovo modo di distribuire lavoro, opportunità, ricchezze. Certo, da molte parti tutto si gioca ancora sull’accesso all’acqua, al cibo, alle medicine salvavita, ma anche in quei posti c’è qualche brezza di novità, quando ad esempio si tenta di sostituire ai sacchi di grano buttati dagli aerei, forme di credito che facciano sperare in imprese, in autonomia, in civiltà.
Ciaonè, 22 febbraio 2007
Nel resto del mondo la sopravvivenza delle nazioni e di chi le abita si decide sul terreno della globalizzazione, delle biotecnologie, degli ogm, sulle fonti energetiche rinnovabili, su un nuovo modo di distribuire lavoro, opportunità, ricchezze. Certo, da molte parti tutto si gioca ancora sull’accesso all’acqua, al cibo, alle medicine salvavita, ma anche in quei posti c’è qualche brezza di novità, quando ad esempio si tenta di sostituire ai sacchi di grano buttati dagli aerei, forme di credito che facciano sperare in imprese, in autonomia, in civiltà.
In Italia tutto questo non accade. Da noi si fa finta di ragionare e scontrarsi su globalizzazione, biotecnologie, ogm, fonti energetiche rinnovabili e su un nuovo modo di distribuire lavoro, opportunità, ricchezze. Da noi la vita e la morte del Paese possono ancora deciderla i tre o quattro partiti comunisti che infestano la vita civile come se tutto un secolo non gli fosse bastato per danneggiare il mondo. Da noi si può persino vivere o morire per i ghiribizzi del “movimento”: no, dico, del movimento. Dove persino Agnoletto, Casarini e Cento riescono a trovare un’alternativa al barbonismo. Da noi si può vivere o morire solo che lo vogliano Cossiga e Andreotti, che tormentano questa sciagurata nazione dal dopoguerra e che se gli dei li hanno tenuti in vita, vuol dire che l’abbiamo fatta grossa.
Come Biancaneve la mela ci viene offerta da queste orrende vetustissime streghe, noi puntualmente la mordiamo e scendiamo nell’abisso. Ma, è bene dircelo, non c’è nessun principe disposto a baciarci: siamo un Paese troppo facile o troppo stupido per essere amato. Se vorremo svegliarci, dovremo farlo da soli.
Ciaonè, 22 febbraio 2007
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