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Cittadinanza, ad un passo dal voto finale alla Camera

by Redazione

di Giuseppe Casucci

Il 13 ottobre, ore 10.30, è previsto il voto finale sulla riforma della legge 91/1992 sulla cittadinanza. Una volta approvato il testo, ci sarà poi il passaggio al Senato. L’obiettivo della maggioranza è quello di avere la riforma della legge sulla cittadinanza (introduzione di uno ius soli temperato) entro novembre e –comunque – prima di fine anno.

Merito dei passi in avanti fatti, va ai membri della I commissione della Camera e alla senatrice Marilena Fabbri del Pd; ma anche alla rete di associazioni (come l’Italia sono anch’io) che da anni fa lobby sociale per cambiare la normativa e che – tre anni fa – ha presentato una propria proposta di legge d’iniziativa popolare.

Ma come sarà la nuova legge? In sintesi: i bambini nati in Italia saranno italiani per nascita solo se i genitori hanno il permesso Ue per soggiornanti di lungo periodo (extra-Ue). Altrimenti, come gli altri bambini non nati in Italia, ma arrivati qui entro i dodici anni, dovranno prima frequentare uno o più cicli scolastici per almeno 5 anni e, se si tratta delle elementari, concluderle positivamente. Diverse le regole per i ragazzi arrivati in Italia entro i 18 anni di età. Potranno diventare italiani dopo sei anni di residenza regolare e dopo aver frequentato e concluso un ciclo scolastico o un percorso d’istruzione e formazione professionale. In questo caso, però, non si tratterà di un diritto acquisito, ma di una “concessione”, soggetta quindi a una certa discrezionalità da parte dello Stato. Stralciata la parte riguardante la naturalizzazione e prevista una fase di retroattività parziale (di 5 anni) per chi ha superato i 18 e fino ai 23.

Un altro emendamento ha permesso di far valere lo ius soli anche per i figli dei cittadini comunitari, come romeni e polacchi, dei quali ci si era dimenticati nel testo approvato in Commissione. Saranno italiani quelli nati qui se la madre o il padre sono titolari del “diritto di soggiorno permanente”.

Secondo un calcolo fatto da esperti, la legge darà la possibilità ai genitori di circa 400/450 mila minori di fare la domanda di cittadinanza italiana. Questo aspetto – se non concordato tra patronati e governo – potrebbe portare a un terribile ingolfamento degli stessi patronati e a maggiori speculazioni dei faccendieri dell’immigrazione.


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