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Commissione De Mistura: Cpta nessuna chiusura

by Redazione

Centri di permanenza temporanea e assistenza: nessuna chiusura immediata, ma sostanziale e progressivo svuotamento attraverso l’esclusione di alcune categorie di persone.
È quanto affermato dal Rapporto della Commissione De Mistura, a cui, all’inizio della legislatura, è stato affidato il compito di procedere «ad un’indagine conoscitiva sulle condizioni di sicurezza e di situazione della vivibilità di tutte le strutture destinate al trattenimento temporaneo ed all’assistenza degli immigrati irregolari, nonché all’ospitalità dei richiedenti asilo» al fine di favorire la «formulazione di proposte e suggerimenti sulle possibili strategie future».

Nel corso della conferenza stampa di presentazione della relazione, mercoledì scorso al Viminale, il presidente della Commissione, De Mistura, ha sottolineato l’inefficacia del sistema attuale che «non risponde alle complesse problematiche di un fenomeno in continua espansione» comportando gravi disagi e costi elevatissimi, ma che è ancora necessario. Occorre, però, apportare essenziali modifiche quali la diversificazione delle risposte per categorie di persone, l’incentivazione della collaborazione tra i cittadini migranti e le autorità nonché stabilire un maggiore coinvolgimento della società civile alla gestione del fenomeno; questo nell’ottica del superamento di una logica prettamente repressiva che ha caratterizzato finora l’intero circuito.

Quindi superamento dei Cpta attraverso un processo graduale di svuotamento dei centri che dovrebbe avvenire escludendo principalmente gli ex detenuti, le persone bisognose di protezione sociale come le vittime di tratta o di grave sfruttamento e i minori, ma anche colf e badanti irregolari. Insomma queste strutture sarebbero solo per coloro che si rifiutano di fornire la loro identità e che non aderiscono al programma del c.d. rimpatrio concordato e assistito, il cui obiettivo è quello di favorire il rientro in patria in cambio di un sostegno economico. Il trattenimento nei Cpta non dovrebbe, comunque, superare i venti giorni e la  procedura  di espulsione essere affidata ai giudici ordinari.

Per i cittadini non comunitari che risultano irregolari di ritorno, i cosiddetti “overstayers”, qualora abbiano già vissuto e lavorato in Italia prima di cadere nell’irregolarità, si ipotizza un permesso di soggiorno per ricerca di lavoro. La Commissione, inoltre, propone il rafforzamento dei Centri di accoglienza per il soccorso degli stranieri che entrano illegalmente nel territorio e sollecita l’abolizione dei Centri di identificazione e l’istituzione di un sistema nazionale unico di accoglienza e protezione per i richiedenti asilo.

C’è soddisfazione intorno alle proposte della Commissione che media tra chi guarda ai Centri come all’unico strumento per arginare l’ingresso indiscriminato di stranieri nel nostro Paese, e chi, invece, li ritiene privi di qualsiasi utilità e vorrebbe vederli chiuderli “senza se e senza ma”. Una posizione, quindi, che vede i centri solo per gli “irriducibili”, puntando al contempo a favorire  l’accoglienza e a rendere effettivo il meccanismo delle espulsioni.

Al di là delle condivisibili proposte avanzate dalla Commissione – più o meno di facile realizzazione –, l’attuale concezione dei centri va modificata è indubbio, perchè troppo vicina a forme di trattenimento simil-detentive poco rispondenti a quelle che dovrebbero essere le finalità di tali strutture e poco rispettose dei diritti delle persone ivi trattenute, che, in quanto prive di titolo di permanenza nel nostro Paese, hanno commesso sì una violazione amministrativa, ma non certo una violazione di norme penali.

Bisogna, comunque, “metter mano” al sistema dei centri nel più ampio contesto di riforma della legge Bossi-Fini – che sarà a breve presentata – in accordo con le modifiche che questa introdurrà per un coordinato governo del fenomeno migratorio nel suo complesso, ma anche per evitare che un più flessibile sistema di regolarizzazione possa tradursi in un nuovo incentivo per l’immigrazione illegale.

Maria Carla Intrivici

È possibile scaricare il Rapporto della Commissione De Mistura dal sito: www.interno.it

(2 febbraio 2007)


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