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L’agenda europea sull’immigrazione: mezzo passo. Il Centro Astalli chiede un deciso cambio di marcia

by Redazione

Nonostante alcuni flebili segnali positivi il Centro Astalli (la sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati-JRS) esprime perplessità e preoccupazione per l’approvazione dell’agenda sull’immigrazione da parte della Commissione europea.

“Ci pare – scrivono nel comunicato che riportiamo quasi integralmente – una misura decisamente positiva il ricollocamento dei rifugiati in tutti i paesi dell’Unione secondo indici precisi. Finalmente si supera di fatto il Regolamento di Dublino che obbliga a chiedere asilo nel primo paese europeo in cui si giunge.” Restano importanti nodi da sciogliere.

Eccoli, secondo il Centro Astalli

•  Anche il piano europeo di reinsediamento dei rifugiati è una misura positiva che l’Unhcr e i principali enti di tutela, tra cui il Centro Astalli, chiedevano da tempo. Tuttavia il numero di 20.000 ingressi annuali ipotizzato per l’intera Unione è assolutamente irrisorio rispetto al numero di rifugiati che cercano di giungere in Europa. Un piano di queste dimensioni non può rappresentare una valida alternativa al traffico di esseri umani.

• L’annunciata e pure auspicabile operazione di contrasto al traffico di esseri umani, se non accompagnata dalla contestuale attivazione di canali umanitari sicuri, costringerebbe i migranti a rimanere bloccati nei paesi di transito. Si tratterebbe di una sorta di respingimento di fatto in paesi, come la Libia, che attualmente non assicurano condizioni di sicurezza adeguate e il rispetto dei diritti umani.

• La portata innovativa del ricollocamento dei rifugiati è al momento purtroppo fortemente contrastata dall’opposizione di paesi dell’Unione come la Gran Bretagna, la Slovacchia e la Repubblica Ceca che si rifiutano di accettare tale misura.

P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, auspica che “nei successivi passaggi di approvazione del’agenda europea, prima al consiglio e poi al parlamento, l’Unione e i singoli Stati trovino il coraggio e la volontà di trasformare un mezzo passo verso una politica di accoglienza dei rifugiati in un deciso cambio di marcia verso una politica europea finalmente adeguata ai principi fondanti di giustizia e solidarietà dell’Unione. Sono morti fin troppi innocenti non c’è più tempo da perdere!”


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