Lo spartiacque della vergogna
by Redazione
Posted on Settembre 28, 2007
Ho sempre pensato che le vere differenze sono soprattutto altre rispetto a quelle che normalmente si crede. Certo che la pelle, il carattere, la cultura, la cucina di una sedicenne norvegese sono generalmente diverse da quelle di una sua coetanea della Nuova Guinea. Così come è agevole prevedere che la logica elettorale con cui si sceglie il presidente di una bocciofila a S. Lazzaro di Savena, sia tutt’affatto differente dai sistemi che regolano l’elezione di un capo fabbricato alle Isole Vergini. Ma non è davvero questo secondo me, ciò che fa la differenza tra gli esseri umani.
Ciaonè, 28 settembre 2007
Ho sempre pensato che le vere differenze sono soprattutto altre rispetto a quelle che normalmente si crede. Certo che la pelle, il carattere, la cultura, la cucina di una sedicenne norvegese sono generalmente diverse da quelle di una sua coetanea della Nuova Guinea. Così come è agevole prevedere che la logica elettorale con cui si sceglie il presidente di una bocciofila a S. Lazzaro di Savena, sia tutt’affatto differente dai sistemi che regolano l’elezione di un capo fabbricato alle Isole Vergini. Ma non è davvero questo secondo me, ciò che fa la differenza tra gli esseri umani.
Ciò che divide il mondo in due grandi categorie, dissimili e inconciliabili, è il limite della vergogna. C’è chi ad un certo punto non ce la fa a scavalcare quella certa siepe e chi invece non vede proprio il problema.
Tutti abbiamo conosciuto politicanti che a ventinove anni avevano già cambiato cinque partiti, nonnetti sgambettanti di ottant’anni che prima sposano la badante e poi si iscrivono alla gara di ballo della sagra della castagna della Tuscia, o donne di piccola virtù che dopo una vita trascorsa a darla via, ti fanno la morale per la pelliccia di astrakan che hai regalato a tua moglie con il mutuo.
Ma il fatto che il centro – sinistra, dopo aver osteggiato in ogni modo la ratifica della convenzione europea che riconosce ai cittadini immigrati che vivono e lavorano in Italia da cinque anni di poter votare almeno nei quartieri, oggi si voglia vantare di aver imbarcato gli immigrati nell’elezione del segretario del PD, sancisce in via definitiva che non tutti abbiamo i glutei nello stesso posto.
Ciaonè, 28 settembre 2007
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