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by Redazione

E’ una sensazione difficile da spiegare, forse perché non si riesce a spiegare ad altri ciò che non è completamente chiaro a se stessi. Provo: me ne sono perdutamente innamorato che non avevo ancora diciotto anni. Ho amato ciò che faceva e che capivo solo in parte; amavo i suoi ambienti, le donne che sceglieva per incarnare le sue ricerche disperate. Ricordo che qualche volta, per fare colpo sui miei amici di allora, dicevo che se avessi avuto i soldi, mi sarei comprato un biglietto aereo, sarei sceso tra i ghiacci di quell’aeroporto lassù in Svezia, solo per incontrare l’unica attrice che abbia mai acceso il mio cuore di ragazzo, Liv Ullmann e gridarle il mio amore.

Ciaonè, 31 luglio 2007

E’ una sensazione difficile da spiegare, forse perché non si riesce a spiegare ad altri ciò che non è completamente chiaro a se stessi. Provo: me ne sono perdutamente innamorato che non avevo ancora diciotto anni. Ho amato ciò che faceva e che capivo solo in parte; amavo i suoi ambienti, le donne che sceglieva per incarnare le sue ricerche disperate. Ricordo che qualche volta, per fare colpo sui miei amici di allora, dicevo che se avessi avuto i soldi, mi sarei comprato un biglietto aereo, sarei sceso tra i ghiacci di quell’aeroporto lassù in Svezia, solo per incontrare l’unica attrice che abbia mai acceso il mio cuore di ragazzo, Liv Ullmann e gridarle il mio amore.

Ella era una delle sue preferite ed è, ancora oggi, una donna che il tempo ha graziato, ed era allora tanto bella da togliere il sonno.  Ma anche quell’innamoramento così adolescenziale e forte che forse ancora non mi è passato, promanava dal fascino esorbitante che lui esercitava su di me. Erano gli anni dell’arte impegnata e io, per fortuna, non ne sono stato immune e non me ne pento. Ma lui era un’altra cosa: cercava le ragioni ultime del vivere, sapeva che non le avrebbe trovate mai, ma sapeva di volere e di dovere continuare a cercarle.
Quel dovere e quel dovere, quella disciplina interna, quel rigore, furono la mia palestra e la mia scuola, perché ignoravano del tutto l’aridità della sola ragione e cercavano nello spirito la via della salvezza.

Non so se sono riuscito a dire le ragioni per cui credo che la morte di Ingmar Bergman lasci diversi piccoli orfani. Come me.

Ciaonè, 31 luglio 2007


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